Venezia 75, Capri-Revolution: Conferenza stampa del film di Mario Martone

Venezia 75  Capri-Revolution | La luce di Lucia in una rivoluzione

Venezia 75, Capri-Revolution: Conferenza stampa del film di Mario Martone
Capri-Revolution | La conferenza stampa

Un film che parla di rivoluzione culturale, di rivoluzione industriale, che tipo di rivoluzione porta Lucia?

MARIO MARTONE: “Le rivoluzioni non vanno considerate in base al loro esito, è come le eruzioni di un vulcano. Dobbiamo guardare la spinta vitale delle rivoluzioni che sono come un fiore. Ogni volta che questo nasce è la rivoluzione che rinasce, non necessariamente per un giovane dato che è una rivoluzione dell’anima. Lucia porta una relazione vitale, anche in un tempo come nostro in cui è difficile dare certezze in realtà bisogna aprire una relazione senza avere paura. Lucia si ribella dalla famiglia ma non trasforma la ribellione in odio, diventa amore e viene da una grande profondità femminile in un mondo in cui si sente il bisogno di una centralità delle donne. Lucia chiude questa trilogia però il suo sguardo verso l’avanti è la conclusione di questa trilogia.”

Perché avete scelto una persona così umile?

IPPOLITA DI MAJO: “Questo gruppo di ragazzi che viene dal nord Europa è il primo a provare sulla sua pelle i problemi della rivoluzione industriale con cui combattiamo anche noi ancora oggi. C’è un gruppo di ragazzi che cerca nel mediterraneo una laicità con una natura sfruttata e non fruita. La purezza che dava Lucia con la sua umiltà ci sembrava importante per raccontare una storia di emancipazione vera e rproknda per tutti da qualsiasi condizione.”

Come si è preparata al ruolo, una ragazza prodigiosa bei suoi cambiamenti? Lei ha mai praticato meditazione?

MARIANNA FONTANA: “Mi sono preparata con Mario e Ippolita che mi hanno raccontato la sceneggiatura, poi ho pascolato e munto più di 100 capre. Ho fatto diversi seminari, poi mi hanno raccontato della comune e ho approfondito la storia di Capri nel ‘900. Non sono andata oltre però perché Lucia scopre questa realtà così diversa liberandosi dall’oppressolne quindi mi sono voluta aprire al personaggio con l’anima, non solo con il nudo. Ho risucchiato tutte le energie nella comune.”

Il film è un’iniziazione, un percorso di trasformazione. Quanto è interessante che il cinema sappia riconoscere personaggi tanto forti? Quanto le piace Martone indagare i personaggi femminili?

MARIANNA FONTANA: “Nella mia vita c’è stata sempre una figura femminile importante, avendo la stessa età di questa ragazza mi sono ritrovata molto in lei. Il cambiamento di Lucia di voler essere libera, lei è attratta dalle figure maschili come il maestro è il medico, decide di sfuggire dalla famiglia andando oltre ed essere una donna libera seguendo quello che è il suo istinto. È una ragazza fragile, ma sente la terra sotto i piedi. Inizia a capire l’inglese, a confrontarsi perché si sente diversa e questo la porta a lasciare anche l’Italia.”
MARIO MARTONE: “Ci sono due anime che si intrecciano, penso anche al rapporto con le figure femminili della madre e di Lina, la moglie del maestro. Sono figure femminili diverse che si intrecciano in questo film, ritornare a fare un film con una figura femminile al centro come l’amore molesto è stato importante. Ci sono tante donne che hanno lavorato al film, sono state fondamentali nel respiro collettivo del film. Abbiamo iniziato a preparare il film prima del set, siamo andati fino in Olanda a prenderlo. Volevamo fare un film che somigliasse a quello che raccontava.”

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