The Walking Dead 8×16 – Recensione dell’episodio “Ira”

The Walking Dead 8×16 | Recensione

Il personaggio di Jeffrey Dean Morgan ha un’idea personale di comando e di disciplina, un codice infrangibile. Quando c’è qualcosa che non va la colpa non è mai sua, perché lui non fallisce mai, ma di qualcun altro. Il fatto di essere stato tradito da Simon – e scopriamo che aveva individuato anche Dwight – non viene certo letto come un problema dovuto alla sua attitudine di comando, ma viene riversato in un’ira irrazionale verso coloro che hanno disturbato la sua quiete, che non si sono voluti fare salvare. Rick e i suoi diventano una sorta capro espiatorio in questo senso.

C’è un altro fattore da tenere in considerazione: il rapporto con il personaggio di Carl. Abbiamo visto questi interagire con Negan relativamente poco, quindi l’accoramento del leader del santuario nei suoi confronti potrebbe sembrare eccessivo. In realtà è qualcosa che si riesce a contestualizzare molto meglio se si conosce il background fumettistico del personaggio. Parte della sua storia era stata rivelata infatti in una serie cartacea spin-off, e alcuni dettagli, come il perché della mazza chiamata Lucille, sono stati accennati anche nella serie TV. Ci sono però ancora tante cose che dobbiamo scoprire e, probabilmente, le scopriremo nelle prossime stagioni.

 
Insomma, il season finale di The Walking Dead 8 è più fumettistico di quanto non ci saremmo mai potuti aspettare. Molti lamenteranno sicuramente la mancanza di una vera e propria battaglia, ma noi preferiamo premiare il colpo di scena relativo di Eugene, per nulla forzato ma allo stesso tempo niente affatto scontato. Chi vede la serie TV da otto stagioni, d’altro canto, dovrebbe sapere benissimo che questa non punta praticamente mai sull’intensità delle scene action.
[yasr_overall_rating]