Modalità Aereo: Recensione, Fausto Brizzi riaccende lo smartphone

19/02/2019 di Redazione

Modalità Aereo, cosa succede se qualche estraneo si impadronisce del tuo smartphone, e tu magari se un famoso imprenditore di successo e tieni tutti i tuoi contatti e segreti all’interno dell’ormai insostituibile strumento che condiziona le nostre vite ?

Parte da qui la nuova divertente commedia, che vede il ritorno di Fausto Brizzi (dopo le note vicende giudiziarie) alla regia e curando la sceneggiatura assieme a Paolo Ruffini e Herbert Simone Paragnani.

Il risultato è una classica commedia italiana, o all’italiana, che però grazie al perfetto bilanciamento dei suo protagonisti, assume quel carattere corale che ci permette di fruire di un valido prodotto di intrattenimento. In poche parole se andate prevenuti, come spesso capita, nello scegliere una commedia nostrana resterete piacevolmente sorpresi. Parte del merito a Paolo Ruffini nei panni dell’imprenditore vinicolo Diego Gardini, che si ritaglia un ruolo antipatico, che lo rende decisamente più accettabile anche ai suoi critici cinematografici più feroci, e scaturisce da Lui, reo di dimenticare l’amato telefonino in un bagno dell’aeroporto di Fiumicino prima di imbarcarsi per un lungo volo per Sidney alla vigilia di Natale, tutta la storia. Il telefono trovato da due addetti alle pulizie Ivano e Sabino, rispettivamente Lillo Petrolo e Dino Abbrescia, i quali pensano bene di sfruttare il potente mezzo ricco di dati , carte di credito e tutte le informazioni più segrete, per iniziare a godersi un Natale con i fiocchi, tra locali , feste esclusive, tante escort e perfino un geniale duetto tra Lillo e la leggendaria Sabrina Salerno con la canzone Boys Boys Boys, un classico degli anni ’80.

Fausto Brizzi non nega affatto che la sua “romanticomica”, così lui stesso l’ha chiamata, strizzando l’occhio ad un classico come Una poltrona per due di John Landis e a Canto di Natale di Dickens, tante volte rappresentato al cinema. Onestamente, senza scomodare questi due classici (e non me se voglia se metto sullo stesso piano Una poltrona per due e Canto di Natale, ma ormai sono un’appuntamento classico per noi italiani, alla televisione, da quasi 20 anni), la commedia invece scorre sui più classici binari, che vede l’imprenditore Gardini cadere vittima del fascino della hostess Linda (Violante Placido), nel contempo, la strana coppia di addetti alle pulizie riusciranno nell’impresa di creare un vero caso mediatico clamoroso, scrivendo una serie con falsi Tweet che ovviamante mettono nei guai il povero Gardini, il quale rischia di vedere la sua azienda finire nelle mani di Lorenzo (Luca Vecchi) cinico aspirante per il posto di direttore generale dell’azienda. Nel contempo i nostri eroici addetti alle pulizie finiranno per prendersi cura del figlio trascurato dell’imprenditore il piccolo Luca (Christian Monaldi), mentre la moglie di Lillo, interpretata dalla sempre brava Caterina Guzzanti è pronta al divorzio, dopo aver scoperto le imprese della coppia attraverso i video della festa con protagonista Sabrina Salerno.

Brizzi gioca molto sul discorso fake news e tutte la tecnologia che ormai ci controlla ad ogni passo, e viene quasi da pensare che voglia a suo modo vendicarsi della gogna mediatica che ha subito in questi mesi.

E questa scelta gioca un’ottimo ruolo nella dinamica della commedia, perchè un falso Tweet che definisce Russel Crowe l’unica cosa buona in Australia in 400 anni, tweet che infila nei guai il nostro Gardini/Ruffini appena sbarcato a Sidney è una situazione molto divertente, come tanti altri luoghi comuni affrontati da Brizzi con leggerezza e con quel giusto tocco di ironia, come nella scena dove Lillo prende in giro un gruppo di imprenditori cinesi.

In definitiva, con il più classico dei finali e una scelta moraleggiante di mantenere l’amato telefonino settato in modalità aereo quando si è in compagnia di amici, consorti e figli. Brizzi segna il suo ritorno in modo brillante. Auguriamoci che il suo messaggio di porre l’amato cellulare in modalità aereo venga rispettato anche nei cinema, dove ormai da molti anni l’invadenza del mezzo con schermi accesi in grado di distrarre gli altri spettatori, per non parlare di coloro che rispondono senza problemi, descrivendo il film che stanno vedendo, sono forse peggiori dei tanto vituperati ‘produttori’ di video pirata.

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