Mary e il fiore della strega: Recensione, esordio convincente per lo Studio Ponoc
15/06/2018 di Thomas Cardinali
Mary e il fiore della strega segna una svolta nella storia dell’animazione giapponese, è il primo film del nuovo Studio Ponoc di Hiromasa Yonebayashi.
L’animazione giapponese vive un momento molto florido come dimostra la nascita dello Studio Ponoc di Hiromasa Yonebayashi, allievo di Hayao Miyazaki che ha lasciato lo Studio Ghibli. Il primo film dello Studio Ponoc è Mary e il fiore della strega, che arriva in Italia grazie alla qualità distributiva di Lucky Red che sceglie ancora una volta di puntare sulla meravigliosa animazione giapponese.
Hiromasa Yonebayashi era il talento più luminoso dello Studio Ghibli, capace di conquistare una nomination all’Oscar con il suo commovente secondo lungometraggio “Quando c’era Marnie” e Mary e il fiore della strega conferma ancora una volta la potenza visiva della sua animazione. Il film è una classica avventura per famiglie ed è la trasposizione cinematografica del romanzo La piccola scopa, scritto dalla britannica Mary Stewart caratteristica che ha persmesso a Yonebayashi di rendere questo film tra i più occidentali dell’animazione giapponese degli ultimi anni.
Mary e il fiore della strega racconta di come una ragazzina di dieci anni, appena trasferitasi nella casa di campagna della prozia e per questo molto sola e annoiata, a causa di un misterioso fiore dai poteri magici si ritroverà a vivere emozionanti avventure. Grazie ad un effetto magico del fiore riesce a volare su una scopa fino ad una scuola di magia, una sorta di Hogwarts in cui presto scoprirà che tutto non è quel che sembra con un confronto tra bene e male che coinvolgerà anche un altro ragazzo del villaggio Peter.
Un viaggio emozionante, che con dei rimandi agli anime e alla tradizione giapponese mostra anche come vengano condotti tremendi esperimenti per combinare tra loro gli animali. Mary e il fiore della strega è un film visivamente potente, ma dalla sceneggiatura forse troppo semplice se paragonata magari all’intreccio narrativo di “Quando c’era Marnie”. Yonebayashi però invece di guardare ai suoi film passati prende il meglio dello Studio Ghibli in un citazionismo ben dosato, ben articolato come in un voler dire ai fan “questo eravamo e questo continueremo ad essere”. Sembra quasi un gioco alla ricerca dell’easter egg, visivamente molto bello.
La protagonista non vive un conflitto interiore, anzi prosegue sempre secondo una sua linearità e i colpi di scena sono pochi. Mary e il fiore della strega dello Studio Ponoc di Hiromasa Yonebayashi è il primo film di una nuova era, che mostra come l’animazione giapponese sia sempre in salute pronta ad incantare con i suoi personaggi tanto vicini a noi nonostante storia e tradizioni diverse.
Mary e il fiore della strega sarà disponibile nelle sale fino al prossimo 20 giugno con Lucky Red.
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