La Vedova Winchester: Helen Mirren presenta a Roma il film

Helen Mirren è la protagonista del ghost movie “La Vedova Winchester” distribuito da Eagle Pictures dal prossimo 22 febbraio, ecco il resoconto del nostro incontro con lei a Roma!
Una carriera variegata con ruoli che spaziano dal comico al drammatico ha reso Helen Mirren una delle più grandi attrici di sempre. Candidata a quattro premi Oscar, premiata con due statuette  trova ancora spazio per affrontare delle sfide inedite e la vedremo dal 22 febbraio nel ghost movie “La Vedova Winchester”. Eagle Pictures, che aveva già distribuito il suo film “Woman in Gold” organizzando un press tour in Italia, ha approfittato dell’amore di Helen Mirren per il Bel Paese organizzando un piacevole incontro a Roma. L’attrice ha spiegato perché per lei non si tratta di un horror e del lavoro che ha fatto per interpretare la vedova Sarah Winchester, una donna perseguitata dai rimorsi e dagli spiriti che aleggiano dietro la casa di 500 stanze unica al mondo che fa costruire e disfare giorno dopo giorno.

Roberto Proia di Eagle Pictures introduce la conferenza: “Il film uscirà la settimana prossima in 250 copie, abbiamo deciso di prendere il film per la sceneggiatura e anche perché stiamo seguendo i registi che avevamo già avuto per Saw:’Legacy. Avevamo già lavorato con Helen Mirren per Woman in gold ed era stato bellissimo averla qui. Abbiamo deciso di far uscire il film anche in lingua originale per fargli godere l’interpretazione di Helen Mirren”.
Helen Mirren lo corregge subito: “Non penso sia un film horror, credo che sia un film di fantasmi. È una cosa molto diversa per me, l’horror non mi piace e questo è un film di narrazione classica. Girano da migliaia di anni le storie di fantasmi e credo siano parte integrante dell’esperienza umana”.

Ha accettato di fare questo film perché era una storia vera?

Helen Mirren: “In effetti è vero, la decisione di accettare il ruolo è stata la combinazione di più elementi. In primo luogo mi piace lavorare con giovani registi con Un energia particolare. A questo si è aggiunta la storia vera, Sarah Winchester è realmente esistita ed ha costruito questa cosa ancora oggi visitabile. Mi piaceva che questa storia avesse radici nella realtà, era una donna che si era andata a chiudere come un eremita in questa vada. Erano sorte delle leggende e una di queste era che costruisse questa casa per placare l’anima delle persone uccise dai fucili winchester”.

Che rapporto ha con il soprannaturale?

Helen Mirren: “Non credo nei fantasmi, crederò nei fantasmi nel momento in cui ne vedrò uno. Credo però nel potere dell’immaginazione umana, credo nel credere. Un essere umano deve fare un lungo viaggio e siamo solo all’inizio nello scoprire gli aspetti del cervello. Sono agnostica, aspetto di vedere”.


Ha visitato la casa? Ha approfondito la conoscenza oltre la sceneggiatura e che idea si è fatta di questa donna?

Helen Mirren: “Si ho visitato la casa ed è un edificio straordinario, dopo due minuti al suo interno ti senti completamente perso. Al contempo è molto dolce trovarsi lì perché Sarah era una persona minuta e quindi sembra una casa di bambole. Ho riflettuto molto su di lei, va tenuto conto però che non abbiamo molte informazioni dato che si è ritirata dalla vita alla morte del marito un po’ come la regina Vittoria. Aveva il velo nero che la nascondeva, la copriva, ma era una donna con una grandissima energia creativa. Credo fosse un personaggio estremamente affascinante dal punto di vista psicologico da tentare di capire ed interpretare. Per quanto cerchi di capirla e di analizzarla c’è comunque un mistero, opere molto meno note e conosciute di cui cerchi di capire il significato, ma questo ti sfugge. Un po’ come Riccardo II e ve lo dico io che sono un’attrice shakespeariana”.

Lei ha parlato di una storia di fantasmi, ma è anche una storia di abuso delle armi. Che ne pensa della situazione in America?

Helen Mirren: “In realtà questo discorso delle armi credo che non valga soltanto per l’ America, ma anche in molti altri paesi ci sia la cultura delle armi. Non vedo una fine di questa cultura, ma neanche una giustificazione per portarla avanti. In tutto il mondo molti paesi sono colpevoli, inclusi Gran Bretagna, Italia, Francia vendono armi ai paesi instabili in via di sviluppo, ai signori della guerra. Siamo tutti colpevoli di questo, è facile puntare il dito contro gli Stati Uniti ma tutti i paesi devono esserne consapevoli. Più di un mese fa ho letto di bombe fabbricate in Italia sganciate su bambini dello Yemen, tutti siamo colpevoli. Non vuole essere un film intellettuale, ma racconta la storia di queste armi e di persone uccise in modo violento che continuano a vivere con noi. Ogni volta che sento parlare di attacchi terroristici penso a questo”.

Lei ha detto è un film di intrattenimento, non pensa che un horror soprannaturale possano portarci a riflessioni spirituali più profonde?

Helen Mirren: “Io credo che il film sia fantastico perché può essere qualcosa di intrattenimento, educativo, informativo, arte pura, amo lavorare nel cinema. Questo film in particolare è un film di intrattenimento e ha l’obiettivo di spingere la persona ad aggrapparsi a chi ha al suo fianco. Se può spingere a delle riflessioni siamo contenti, ma credo che siano altri i film che spingano ad una riflessione filosofica più profonda”.

Quanto è rimasta delusa della mancata candidatura all’Oscar per il film di Virzì?

Helen Mirren: “È un film di cui sono molto orgogliosa, la ragione per cui non c’è stat ala candidatura è la tempistica di uscita. Questo è molto importante per il business di Oscar. Dal momento che abbiamo ritardato l’uscita a marzo forse siamo stati penalizzati. Tu lavori ad un film per il piacere, non per la speranza di essere candidato”.


Ad un certo punto il medico dice “pazzo” è una parola pericolosa, che significato ha per lei? Ci può indicare qualcuno negli Stati Uniti?

Helen Mirren: “In realtà la parola pazzo mi piace, sono divertenti, mi piace l’idea di mandare qualcuno in giro con un tutù giallo. Quello che mi spaventa non sono i pazzi, sono i calcolatori e i manipolatori. Sto facendo una terribile è orrenda generalizzazione, anche se le detesto. Penso che alcune delle più grosse menti creative venivano definite pazze”.

In questo periodo con i vari movimenti TimesUp sono aumentate le visualizzazioni ad un intervista del 95’ in cui metteva al suo posto Michael Parkinson, oggi capita ancora di essere intervistati in quel modo. Perché il cambiamento è stato così lento?

Helen Mirren: “La domanda da porsi è perché ci è voluto così tanto e non so darmi una risposta, forse il cambiamento culturale richiede una generazione. C’è da chiedersi di guardare alle cose con una prospettiva più allargata, la differenza tra la posizione delle donne durante la seconda guerra mondiale e oggi. Hanno subito un profondo cambiamento e secondo me è un qualcosa che ha richiesto tantissimi anni. È un ribollire del magna sotto la crosta della cultura che va avanti forse da più di un centinaio di anni, 200 anni fa non avevano alcuna possibilità e ora il magma sta fluendo dal vulcano. È meglio che si scansino dal magma”.

 
La Vedova Winchester vi aspetta nei cinema dal 22 febbraio con un’inedita ed intensa Helen Mirren.

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