La mia seconda volta: Recensione del film con Aurora Ruffino

L’ex stella di Braccialetti Rossi è di nuovo protagonista di una storia sociale importante, la recensione de “La mia seconda volta” diretto da Alberto Gelpi tratto da una vera tragedia di droghe giovanili.

La mia seconda volta” è un film sull’importanza delle scelte e sulle loro conseguenze. Scelte sbagliate o giuste, che non si possono comprendere a monte ma che si manifestano in tutta la loro drammaticità segnando la nostra vita e quella di chi c’è accanto. Alberto Gelpi dirige un film per i giovani che ha l’ambizioso obiettivo di informare sulla drammaticità delle nuove droghe sintetiche e le sue conseguenze, ma anche mostrare quanto sia importante scegliere di diventare donatori di organi.

Il messaggio sociale de “La mia seconda volta” è un messaggio necessario in un’epoca in cui opportunismo e egocentrismo la fanno sempre più da padroni davanti alla generosità e l’altruismo, ma soprattutto in un periodo dove vediamo sempre più giovani distrutti dall’oscuri mare delle nuove smart drugs. Ogni giorno, vivendo, ci troviamo di fronte a bivi, più o meno visibili, che ci costringono a scegliere: entrare o uscire, “sì” o “no”. Fa parte della quotidianità di ognuno di noi. Ci sono scelte difficili, quelle che necessitano di attenzione, di riflessione, di tempo.  Ma alcune scelte che sembrerebbero da fuori così semplici se si entra in uno spirale negativo diventano montagne insormontabili come l’Everest.

“La mia seconda volta” è allora un film sulle conseguenze. Uno spunto di riflessione lasciato ai ragazzi e agli adulti, che non intende fare moralismi né lanciare insegnamenti a tutti i costi. Vuole raccontare la storia di Giorgia e Ludovica, due ragazze che si sono incontrate per caso e che in breve tempo hanno imparato a volersi bene. Si sono volute davvero bene arrivando a capirsi e comprendersi, con Ludovica che ha fatto di tutto per aiutarla ad uscire da un tunnel che conosceva bene comprendendo i devastanti effetti delle droghe. 

Le attrici Aurora Ruffino e Mariachiara Di Mitri sono riuscite ad entrare nei personaggi con la giusta delicatezza, ma anche il resto del cast a partire da Simone Riccioni,Federico Russo e Luca Ward è riuscito a trasmettere forte questo importante messaggio. Siamo davanti ad un prodotto con chiari limiti di ritmo e dal taglio registico poco intrigante e coinvolgente, con dei dialoghi semplici. “La mia seconda volta” è decisamente  molto più un prodotto televisivo che cinematografico, la speranza è che possa vivere nelle scuole e poi passare sul piccolo schermo perché anche la presenza di attori così amati dai giovanissimi permetta di far viaggiare in ogni casa la storia vera di Giorgia. Lei, la vera ragazza della storia, ora gira l’Italia raccontando di come un’altra giovane amica le abbia donato il fegato permettendole così di continuare a vivere. Magari, se guardando quello che è successo anche solo un ragazzo sceglierà di non sciogliere più una pasticca questo film avrà raggiunto un obiettivo. 

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