Game of Thrones: Miltos Yerolemou a Lucca Comics “Vorrei Arya uccidesse Cersei, non dovevo fare Syrio all’inizio”

A Lucca Comics and Games abbiamo potuto incontrare l’attore Miltos Yerolemou, che ci ha raccontato della sua esperienza in Game of Thrones in cui ha interpretato Syrio Forel il maestro di danza di Arya Stark. Ecco cosa ci ha raccontato con un resoconto video di parte della lunga chiacchierata.

Il Lucca Comics and Games quest’anno ha deciso di dare ampio risalto a Game of Thrones e dopo Sibel Kekilli (leggi il nostro incontro con lei) ha ospitato anche l’attore inglese di origine greca Miltos Yerolemou. L’artista è diventato famoso nel mondo per aver interpretato Syrio Forel nella prima stagione di Game of Thrones ed è stato felice di rivivere la sua fantastica esperienza con la famiglia HBO e, soprattutto, con la sua compagna di “danza” Arya Stark. Vedere quel che è diventata la giovane interpretata da Maisie Williams lo ha incuriosito moltissimo, con la confessione che sarebbe lieto di vederla eliminare Cersei. Durante la chiacchierata si è parlato anche del suo rapporto con il teatro e William Shakespeare, fondamentale per la sua formazione artistica. C’è stata anche una confessione su un retroscena davvero interessante, dato che ha ottenuto la parte grazie alla performance in un bar ed era stato provinato per il ruolo di Lord Varys. Ecco il resoconto completo del nostro incontro con l’ex protagonista di Game of Thrones.
A Lucca Comics c’è anche l’amato Syrio Forel di Game of Thrones

Hai avuto modo di visitare la città? Che ne pensi del Lucca Comics and Games?
“È unica. Molto particolare per me perché vedere una città intera occupata è impressionante. Soprattutto il numero delle persone presenti con i costumi, è molto inclusiva e la cosa che mi sorprende è che ho scoperto solo ora questa manifestazione. Questo è un traguardo per me stesso. Io sono stato in fiere in tutto il mondo ma non ho mai visto niente del genere. Non ho visto molto perché sono arrivato ieri ma girerò la città”.
Nel corso degli anni si sono sviluppate molte teorie su di te, alcune su una tua fuga e altre su Arya Stark che uccide Cersei con la tua faccia. Che ne pensi? Ti ha sorpreso lo sviluppo della tua ex allieva di danza nelle successive stagioni di Game of Thrones?
“Sono molto eccitato di vedere lo sviluppo di Arya come personaggio e diventare un’assassina. È molto complicato perché la vendetta come siamo stati abituati a vederla nei film e nei libri ci diverte, nel mondo reale è qualcosa di non tollerabile. Uccidere una persona è un problema grosso sia per la società che la persona stessa. Si può vedere quando lascia andare Il Mastino. Si vede la sua freddezza negli occhi, non è facile fare questa cosa. A Braavos si vede lo sviluppo del personaggio in cui lei è cresciuta pur rimanendo un’assasssina. Adorerei che uccidesse Cersei anche se amo lei e Jamie. Tutti e due sono sulla lista delle persone che devono morire, sono diventato un fan di Jamie. La possibilità è che anche Arya possa ucciderlo, ma questo non mi renderebbe felice”.
Quanto è stata fondamentale l’esperienza teatrale per i successivi ruoli televisivi come quello di Game of Thrones?
“Normalmente i rettori non sono contenti della mia influenza teatrale con ruoli televisivi, non gli piace. Non sono mai stato sottile nelle interpretazioni, porto energia nei ruoli che faccio. Nella mia esperienza nella Roll Shakespeare Company è stata molto importante, non ero felice a scuola e il teatro mi ha reso felice e non impaurito rispetto a quanto stavo facendo. Io pensavo che sul palco ci fosse qualcun altro e potevo fingere. A volte interpretare ruoli teatrali era molto difficile dal punto di vista fisico, veniva richiesto lo studio di come gli animali potessero muoversi. Piano piano con il tempo ho amato Shakespeare e non pensavo potesse accadere, questo ha stimolato in me l’amore per la poesia e il linguaggio. Sono stato felice di fare ruoli Fantastici perché non mi hanno mai annoiato. Potrei fare Shakespeare tutte le notti, facendo questo ho messo in contatto il pubblico con l’autore facendo loro capire ogni tipo di scherzo e interazione. Questi ruoli mi hanno aiutato in Game of Thrones specialmente perché mi hanno dato modo di interpretare l’autenticità che deve essere la base anche di un mondo immaginato. Quella cosa dovete trovarla tra i draghi, gli zombie e in qualsiasi altra cosa è la base per ogni storia. L’ho imparata da Shakespeare”.
Si cita a sproposito Shakespeare o è vero che le serie tv come Game of Thrones stanno raggiungendo livelli così elevati?
“Il punto interessante è che nelle serie tv stanno prendendo piede, su Netflix Amazon ect prodotti nuovi. Gli eventi cinematografici, anche i film indipendenti stanno trovando in questo mondo una loro dimensione. Il cinema è sempre stato improntato ai grandi eventi come Star Wars e Marvel, questo li rende epici è più vicini all’idea shakespeariana. Le serie tv stanno migliorando questo aspetto qua, alcune serie vengono influenzate da aspetti storici proprio come le opere di Shakespeare. Tante serie tv sono basate sul mondo contemporaneo, una delle ultime che ho visto è stata Hill House su Netflix. Assomigliano molto a soap opera con durata di anni e anni, questo ultimamente sta portando a creare mondi più grandi rispetto a prima. Non ci ho mai pensato prima, però ci potrebbe essere un’influenza di Shakespeare in questo. Se pensate a sogno di una notte di mezza estate o tempesta non c’è molto che non si vedeva sul palco scenico. Anche lui aveva delle fonti quando scriveva, così come le serie tv”.

Game of Thrones nel cuore, ma poteva durare molto di più

Un incontro molto divertente quello con la star di Game of Thrones

Shakespeare ha promosso l’Italia nelle sue opere. Oggi potrebbe essere uno scenario come quello che è stato per Shakespeare anche a livello di produzioni fantasy?
“Sì certamente, lo si può vedere dai panorami più belli. Lucca potrebbe rendere benissimo come location cinematografica, anche solo per le mura che cintano la città. Ero in Spagna per la nuova stagione di The Crown un paio di settimane fa e parlando con mia madre lei mi chiedeva perché lo facessimo proprio lì. Praticamente questa cosa dipende da tanti fattori: il budget, la produzione stessa, ci sono anche posti popolari in America per filmare ma spesso dipende dal momento e dagli aiuti economici”.. Ci sono anche posti che permettono al set di interrompere la vita normale in una maniera più consona. Girare un film causa problemi al posto che scegli come location. Ci sono posti più adatti di altri, io non conosco la situazione attuale in Italia ma abbiamo una grande tradizione. Guerre stellari e Marvel sono stati girati a Londra, il signore degli anelli in Nuova Zelanda. Ci vogliono incentivi, ma l’Italia potrebbe essere la location prequel di Game of Thrones. Una volta dovevamo girare un film sulla fine dell’era glaciale in Alaska, ma quando siamo andati lì non c’era neve e abbiamo dovuto metter quella finta”.
In Game of Thrones il suo personaggio è molto amato, com’è stato il suo provino e lavorare con la sua partner di spada?
“Mina Gold è stata una casting director fantastica. Al tempo io recitavo anche al pub, lei andò a vedermi lì e aveva questo contatto per cui quando è stato il momento di Game of Thrones mi ha chiamato e abbiamo provato diversi ruoli. Dovevo fare lord Varys, poi però la parte è stata quella di syrio perché mi fu detto che uno dei prerequisiti era la conoscenza della spada e io ero bravo in questo perché a teatro ho avuto una grande esperienza di danza in musical. Mi viene facile imparare le coreografie, ho fatto cinque provini cambiando sempre il modo di presentarmi e la voce in questo sono stato aiutato tantissimo da Shakespeare. Quando mi è stata data la parte ho avuto la fortuna di avere accanto William Hobbs che è stato ideatore di tantissime coreografie in molti film, è stato un mentore e quando sono andato a lavorare con lui e Maisie ho passato due settimane intense. Li in Irlanda ho insegnato davvero a Maisie che al tempo era la ballerina e quindi è stato molto più facile. Ci siamo ripromessi di lavorar e tutti i giorni sulla danza. Quando hai 8 stagioni per far conoscere il personaggio hai tempo, ma quando il tempo è limitato a poche scene di una stagione è davvero difficile. Lei è stata veramente brava”.

Da Game of Thrones a una Galassia Lontana Lontana…

Miltos ricorda con un sorriso l’esperienza in Star Wars VII

Puoi raccontarci della tua esperienza sul set di Star Wars VII?
“È stata un’esperienza fantastica. Mentre ero in America con un tour a teatro il mio agente mi ha chiamato dicendomi che J.J mi aveva chiamato e io sapevo stava facendo guerre stellari. Mina gold voleva personaggi per popolare il set e chiunque ci sarebbe andato. Nessuno però sapeva niente. Io ho parlato solo con Amanda che faceva Daisy, durante una convention le ho chiesto se sapeva qualcosa e ha risposto di no. Anche i costumisti hanno creato i costumi senza aver letto il copione. È stato divertente quando sono andato sul set con un enorme castello pieno di persone truccate, ma alcuni erano robot mi hanno detto di non parlare con il robot. Mi hanno chiesto di scegliere il mio blaster ed è stato piacevole, ha reso tutto organico. La produzione era davvero segreta ed è strano che riesca ad essere anche organico. Ho parlato con Amanda del nuovo film ma non si può dire nulla, penso che sarà sempre un franchising con un potere forte come storia. Penso che siamo andati oltre con il numero di film, quello sul giovane han solo non è un qualcosa che parla di lui ma è troppo. Han Solo è Harrison Ford, noi quando abbiamo visto Harrison prendere i vestiti abbiamo pensato al personaggio. È stato un buon film, ma meno è meglio di molto. Troppe produzioni non sono buone. Non è un qualcosa che rende le cose belle e interessanti. La Disney ha comprato la Lucas film e doveva fare film, ma nessuno vuole vedere troppo. Il numero 9 sarà bellissimo, però si rischia di strafare ma se mi proponessero un nuovo ruolo non direi di no”.
Il tuo personaggio è presente nella prima stagione di Game of Thrones che avete realizzato diciamo al buio, qual era l’atmosfera sul set? Percepivate che potesse essere l’inizio di un fenomeno?
“Quando me l’hanno proposto ero perplesso perché sembravano i Soprano ne La Terra di Mezzo. L’aspettativa c’era, ma non era poi quella che è diventata un fenomeno. Avevamo incontrato George R.R Martin e letto tutti i libri che non conoscevo, c’era un pool di persone che attendevano la serie perché i libri erano comunque dei bestseller ma nessuno avrebbe mai pensato che diventasse un fenomeno culturale. Quando un politico si comporta male gli viene dato il nome di un cattivo regnante di Game of Thrones. Mi sono meravigliato che abbia avuto maggiore successo di Friends, abbiamo lavorato bene su questo rispetto della HBO, a quei tempi nessuno aveva fatto televisione come loro”.
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