Cannes 2018, Leto: La conferenza stampa senza il regista Serebrennikov

Leto di Kirill Serebrennikov ha incantato tutti al Festival di Cannes, ma il regista non ha potuto raccogliere il plauso perché agli arresti domiciliari. Presenti i produttori e il ricco cast che hanno toccato il tema politico.

Il Festival di Cannes, dopo un tiepido film d’apertura, ha accolto il primo vero successo di pubblico e critica dato che Leto ha convinto, venendo addirittura definito da alcuni come il “La La Land” russo. Leto è la storia giovane musicista Viktor Tsoï cerca di farsi un nome nella Leningrado degli anni ‘80. L’icontro fortunato con il suo idolo Mike e la moglie Natasha cambia il corso della sua vita rendendolo un artista di fama nazionale. L’opera è tratta dal libro biografico di Natasha Vassilieva-Hull, Kinochronicles from the Underground.
 

 
Mentre il film veniva applaudito Kirill Serebrennikov, il suo regista, non ha potuto vederlo al Festival di Cannes. È ai domiciliari per le sue critiche al regime putiniano, benché il premier lo accusi di frode fiscale. Dal 2017 ad oggi è bloccato in casa e non può comunicare con nessuno, infatti la parte finale delle riprese è stata affidata alla seconda unità mentre a casa il regista ha montato tutto da solo.
Charles Tchekhoff, co-produttore francese, e il direttore del Festival Cannes Thierry Fremaux hanno provato a scrivere senza successo al presidente russo Vladimir Putin. Illya Stewart è l’altra co-produttrice presente.
Potete raccontarci qualcosa della vicenda di Kirill Serebrennikov? Come avete fatto a completare il film?

Charles Tchekhoff: “Kirill è stato arrestato ad agosto mentre eravamo a San Pietroburgo. Abbiamo deciso di continuare anche senza di lui, ovviamente ci siamo presi una pausa per capire come fare, e poi tutto il processo produttivo è passato seconda unità. Nel frattempo che veniva realizzato materiale lo raccoglievamo per Kirill, e, a partire da febbraio ui ha iniziato a montare il film. Questa è stata la sua unica concessione,  non poteva e tutt’ora non può comunicare col mondo esterno. Il film, ci tengo a specificarlo, è girato con finanziamenti privati, soldi di amici e con l’aiuto della Francia, non abbiamo preso niente dalla Russia e dal governo. L’accusa che hanno fatto a Kirill è ovviamente ridicola, stiamo vivendo, a livello globale un periodo estremamente complicato. Tra l’altro, per me, questo è un film storico prima che politico, è un film che ci restituisce un tempo passato ed un’atmosfera che non c’è più.”

Un film girato in bianco e nero con delle fantastich musiche, da Lou Reed a quelle di David Bowie, ma anche i classici russi.

Illya Stewart : “Ottenere i diritti di tutte queste canzoni è stato davvero difficile, ma quelle russe è stato ancora più difficile delle altre. Abbiamo anche canzoni  del repertorio russo degli anni 80 e alle stesse canzoni di Victor Tsoï e del suo amico Mike Naumenko”.

Roman Bylik, te non sei un attore com’è stata questa esperienza?

Roman Bylik: “Per me non è stato facile, io non sono un attore ed è davvero un mestiere che non amo. Da cantante sono un uomo libero, da attore proprio non mi ci sento. Diciamo che mi hanno davvero dovuto convincere”.

Irina Starshenbaum Leto è anche una storia d’amore e d’amicizia, com’è stato interpretare Natasha?

Irina Starshenbaum: “Interpretare Natasha per me è stato semplice, perché è una donna che sente e vive moltissimo l’energia dell’amore e dell’amicizia, per questo è inevitabilmente vicina a qualunque di noi. Noi attori abbiamo visto il film ieri per la prima volta. Questo film scatena in me dei sentimenti profondissimi, è una storia di gioventù e di estate…ho sentito molta nostalgia”.

Teo Yoo ha invece interpretato Viktor, come ti sei sentito?

Teo Yoo: “Personalmente ho sentito da subito questa grande responsabilità, come di interpretare Gesù. Ovviamente conoscevo Victor Tsoï perché è famoso anche in Corea. Io interpreto un giovane Victor, un cantante che in quel periodo non era ancora un simbolo. Ho cercato di renderlo ingenuo, malinconico, poetico. Nella realtà ho avuto solakej E tre settimane per impararlo, ovviamente non ho imparato il russo ma ho imparato i suoni della lingua, riesco a leggerla ma purtroppo non la capisco. Devo dire che il feeling con il resto del cast e  il lavoro del reparto trucco e parrucco mi hanno aiutato tantissimo. Mentre guardavo il film ieri ho avuto modo di pensare moltissimo al lavoro che ha fatto Kirill, con me innanzitutto, ma ancor di più lavorando da casa, montando scene che non aveva girato, cercando di rendere organico il suo film. Sono rimasto molto sorpreso.”

Vladislav Opelyants, solitamente il direttore della fotografia lavora a stretto contatto con il regista ed invece qui lei ha visto le animazioni soltanto alla fine.

Vladislav Opelyants: “Sono state una sorpresa per me. Il bianco e nero io e Kirill l’avevamo concordato insieme, abbiamo ragionato molto sul colore, abbiamo fatto in modo di avere un bianco e nero non troppo luminoso, mai trash per l’esattezza”.

Illya Stewart ha concluso spiegando:

Leto è un film su un giovane ragazzo, un ragazzo ispirato dal rock americano, dai poeti russi. Racconta un grande momento in cui è nato il rock, racconta l’amore, racconta l’arrivo di qualcosa. Spero che sia di ispirazione per i giovani di adesso che stanno vivendo in un momento molto complesso”.

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