Il sondaggio che ha imbarazzato il Guardian specchio di un grande problema di chatbot e AI

A partire da un imbarazzante sondaggio che ha minato la reputazione del Guardian abbiamo parlato delle problematiche attuali affrontate in un campo del giornalismo invaso dall'intelligenza artificiale

11/11/2023 di Redazione Giornalettismo

Microsoft Start è un aggregatore di notizie che, di recente, si è reso protagonista di un’incresciosa vicenda: l’intelligenza artificiale che guida il suo funzionamento è stata responsabile della creazione di un imbarazzante sondaggio a partire da una notizia di cronaca tratta dal Guardian che raccontava della morte di una donna a Sydney. “Quale pensi sia la ragione dietro la morte della donna?”, chiedeva il sondaggio erroneamente attribuito al Guardian da tanti lettori, con le seguenti opzioni di risposta: “omicidio, incidente, suicidio”. Mentre il rapporto tra news e chatbot si fa sempre più stretto – come verificato anche in una recente ricerca della News Media Alliance statunitense, che dimostra come per addestrarli si preferiscano contenuti giornalistici di qualità -, emergono sempre più problematiche legate agli effetti che l’impiego dell’AI senza i dovuti controlli può avere sul mondo del giornalismo e dell’informazione. In questo specifico caso, come il Guardian stesso ha sottolineato in una lettera ufficiale indirizzata a Microsoft, è la reputazione della testata britannica ad essere stata compromessa.

Tra aggregatori e chatbot, l’invasione di campo dell’AI

Si tratta di problemi che sono già emersi, considerato che Microsoft Start è stato anche responsabile di un consiglio parecchio beffardo in passato: visitare la Ottawa Food Bank (il banco alimentare per le persone in difficoltà economiche che offre loro pasti caldi) “a stomaco vuoto”. All’epoca, Microsoft ha affermato che l’errore sarebbe stato fatto dall’AI, certo, ma sotto supervisione umana. Tutto questo, inoltre, diventa un tassello ulteriore del complicato e fin troppo lento dibattito sull’equo compenso agli editori che, sempre più, spinge i colossi di Big Tech a scommettere su aggregatori di news basati sull’AI che non si stanno rivelando validi. Con tutte le conseguenze del caso, ovviamente, a partire dalla creazione di miriadi di realtà che fanno informazione di scarsa qualità andando a creare ancor più problemi a chi, invece, si impegna per fare un giornalismo puntuale e di alto livello.

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