«Il Comune di Roma obbliga me e mia figlia disabile al 100% (e italiana) a vivere sotto i ponti» | VIDEO

La denuncia di Sandokan Halilovic dopo lo sgombero dal campo rom della Barbuta

16/09/2020 di Enzo Boldi

Lo sgombero, i sigilli e la demolizione. Questa mattina gli agenti della Polizia di Roma capitale hanno fatto il loro ingresso all’interno del campo rom della Barbuta. Si tratta di un provvedimento già annunciato alcune settimane fa, ma in alcuni casi non è stata trovata una soluzione alternativa per gli alloggi. Ed è il caso di Sandokan Halilovic che vive in uno dei moduli inseriti in quella struttura (riconosciuta anche dall’Unione Europea) da 26 anni. Ha una moglie e sette figli, di cui una (cittadina italiana), disabile al 100%. Ora per lui e la sua famiglia non c’è altra soluzione che andare a vivere sotto i ponti. E così lo sgombero campo rom della Barbuta mostra tutte le criticità già emerse in passato in altri casi simili.

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«Vivo, anzi vivevo, nel campo rom La Barbuta da 26 anni. Ho una moglie e sette figli. Una di loro, oltre a essere nata in Italia e cittadina italiana, è disabile al 100% – ha raccontato Sandokan Halilovic a Giornalettismo -. Questa mattina sono arrivati con le ruspe, hanno messo i sigilli ai nostri container e ci hanno ordinato lo sgombero. Adesso, con 7 ragazzini, sono costretto ad andare a vivere sotto un ponte». L’uomo è provato da questa esperienza che gli ha tolto il tetto sotto cui accudire la propria famiglia.

Sgombero campo rom della Barbuta, la denuncia

Lo sgombero era stato ufficializzato da alcune settimane. Halilovic racconta che ad altri ospiti è stato proposto (e fatto firmare) un patto sociale. Non a lui e alla sua famiglia. E se la prende con Virginia Raggi, sindaco della capitale: «È una mossa elettorale per racimolare qualche voto in più. Non a caso questa decisione è stata presa poco prima della fine del suo mandato. La sindaca avrà me, mia figlia disabile e tutta la mia famiglia sulla coscienza».

La situazione

Il campo della Barbuta è riconosciuto dall’Unione Europea e ha ricevuto per anni i fondi. Oggi, però, sono arrivate le ruspe per la demolizione di alcuni moduli. Perché Halilovic non è il solo ad aver subito questo trattamento. Anche altre persone, che vivono nel campo da anni, ora non avranno un tetto sotto cui rifugiarsi.

 

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