Sgarbi a Sutri multa chi indossa la mascherina «se non necessaria»

Il deputato è anche sindaco del comune in provincia di Viterbo

30/08/2020 di Gianmichele Laino

L’ordinanza di Vittorio Sgarbi sulle mascherine sfrutta un’interpretazione della legge 533/1977 in materia di ordine pubblico, che all’articolo 2 prevede che non ci si possa mascherare in volto perché, così facendo, ci si renderebbe irriconoscibili. Parte da questo punto per emanare una delle ordinanze più controverse di questa estate 2020: lo fa da sindaco di Sutri, lo storico comune in provincia di Viterbo di cui il critico d’arte è sindaco e dove aveva preso iniziative (questa volta lodevoli) dal punto di vista della promozione del patrimonio artistico.

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Sgarbi ordinanza mascherina, il divieto di utilizzo a Sutri se non necessaria

Secondo l’ordinanza, si vieta l’utilizzo della mascherina – pena pagamento di una multa – quando questa non dovesse essere necessaria. E, dunque, vediamo queste fattispecie previste da Sgarbi: «all’aperto per evidenti ragioni di salute; al chiuso, salvo che in caso di assembramento, dalle ore 18.00 alle 6.00 del mattino». Questo secondo punto viene anche condito da una chiosa del sindaco, che spiega così la sua decisione: «Il Dpcm del 16 agosto 2020 che tutela dal rischio discoteche e non dalla convivialità, che impone di stare a tavola e mangiare senza mascherina».

Sgarbi ordinanza mascherina, la multa da pagare

Nell’ordinanza si fa riferimento a una multa. Se, tuttavia, dovessimo prendere in parola il riferimento normativo alla legge 533/1977 in materia di ordine pubblico, la pena prevista per il reato qui descritto prevedrebbe l’arresto da sei a dodici mesi e la multa da circa 75 euro a circa 200mila euro. Inverosimile che si possano applicare tali misure restrittive a chi dovesse indossare la mascherina a Sutri.

Sgarbi spiega anche il perché di questa ordinanza. Secondo il deputato e sindaco di Sutri, infatti, indossare la mascherina in un locale pubblico subito dopo aver mangiato sarebbe una «forma ridicola di ostentazione che nulla ha a che fare con le esigenze sanitarie». Le posizioni di Vittorio Sgarbi sulla gestione dell’emergenza sanitaria sono note: lui è stato uno degli animatori dell’evento in Senato – a cui hanno partecipato medici come Zangrillo e De Donno – nel corso del quale Andrea Bocelli aveva affermato di non conoscere nessuno che fosse stato in terapia intensiva a causa del Covid-19 e di aver vissuto male il tempo del lockdown. Ma non è stata l’unica occasione in cui ha manifestato dubbi sulle misure prese dal governo. Adesso, l’ordinanza rappresenta un altro tassello che – visti i tempi – rischia anche di fare scuola.

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