La rivolta dei sex workers che vengono penalizzati su Twitter nonostante il profilo verificato

Qualche mese fa, l'abbonamento a Twitter Blue era ritenuto importante per aumentare il proprio engagement sul social di Elon Musk. Ma adesso le cose si sono completamente ribaltate

16/10/2023 di Gianmichele Laino

Da qualche settimana, il mondo dei sex worker che utilizzano Twitter (ora X) per farsi pubblicità è praticamente in subbuglio. Sta mettendo in discussione, infatti, l’utilità di un abbonamento dal costo non banale (7,99 dollari al mese) per ottenere i vantaggi che questo abbonamento promette. Il fatto che, negli ultimi giorni, si sia abbassato tantissimo l’engagement dei contenuti dei sex workers su Twitter non lascia spazio a nulla di buono. Un cambiamento dell’algoritmo? Una maggiore moderazione su contenuti che possono essere considerati sessualmente espliciti (anche se, nella maggior parte dei casi, non lo sono)? Una deliberata operazione di X nei confronti di questa specifica categoria di content creator? Non ci sono posizioni ufficiali del social network: al momento, alcune testate specializzate statunitensi (come Rolling Stone) stanno dando voce a tanti lavoratori e lavoratrici nell’ambito del sesso che si stanno lamentando del crollo vertiginoso dei loro account su Twitter.

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Sex workers su Twitter, c’è qualcosa di poco chiaro che sta accadendo

Sappiamo benissimo cosa succede a un’attività che ha delle implicazioni economiche quando si punta molto su un determinato social network e questo, all’improvviso e senza apparenti giustificazioni, decide di cambiare il proprio algoritmo o i propri meccanismi di funzionamento. Pensate, ad esempio, al mondo delle news che – per anni – ha utilizzato Facebook come una vetrina indispensabile per la circolazione dei propri contenuti (investendo nella formazione di figure ad hoc per la divulgazione sui social, in sponsorizzazioni dei contenuti, in eventi social oriented) e ora deve fare i conti con il totale smantellamento del settore delle news sul social network di Mark Zuckerberg. Ovviamente, questo che abbiamo appena descritto è stato un processo abbastanza graduale. Il caso dei sex workers e di Twitter, invece, si è verificato nel giro di qualche giorno.

Intorno al mese di maggio, tantissimi account che realizzavano contenuti di questo tipo avevano fatto una vera e propria rincorsa all’abbonamento e al conseguimento dell’ambita spunta blu di profilo verificato. Questo in ragione del fatto che l’abbonamento mensile prometteva anche un miglior posizionamento dell’account rispetto all’ecosistema di Twitter: aumento della circolazione dei propri post, diffusione dei messaggi tra i Per Te (introdotti recentemente dopo l’acquisizione del social da parte di Elon Musk), capacità di raggiungere altri utenti con la spunta di account verificato.

I contrasti che stanno vivendo i sex worker su Twitter

Foto in bikini, video abbastanza espliciti, messaggi ammiccanti sono da sempre stati dei contenuti borderline sui social network: l’idea dei sex worker era quella di pagare 7,99 dollari al mese per restare da questa parte del confine e non finire in quello che normalmente è definito shadowban. All’inizio ha funzionato: l’engagement dei content creator (che utilizzavano Twitter come vetrina per promuovere, ad esempio, il proprio account su OnlyFans o il loro canale su altre piattaforme di streaming per adulti) è salito alle stelle, dando ragione agli utenti dei costi sostenuti per l’abbonamento.

Ora, però, le medie si sono abbassate e le etichette di moderazione sui contenuti si sono moltiplicate. Per spiegare questo fenomeno, tuttavia, occorre fare una distinzione fondamentale: quelli postati dai sex worker non sono – nella maggior parte dei casi – foto o video sessualmente espliciti. Per la maggior parte sono foto in costume, sono vedo-non-vedo, sono trailer di video che, nei loro contenuti integrali, si trovano su altre piattaforme. Twitter serviva loro come gancio. Nel monografico di oggi, spiegheremo che – anche in origine – le policies della piattaforma vietavano il nudo esplicito, le esternazioni di carattere sessuale e contenuti di questo genere. Ma spesso capitava che il confine tra contenuti leciti e illeciti fosse interpretabile e, per questo, molto malleabile. L’abbonamento a Twitter Blue era una sorta di garanzia per evitare questa sovrapposizione tra contenuti leciti e illeciti. Tuttavia, per il nuovo X di Elon Musk sembra non bastare più. Una leva abbassata, che sta facendo discutere. E che – probabilmente – porterà i sex worker a utilizzare altre piattaforme.

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