OnlyFans e Meta sono accusati di aver cospirato tra loro: ora sono noti i nomi di 3 dirigenti Meta coinvolti
OnlyFans e Meta sono accusati di aver cospirato per disabilitare gli account dei sex workers che pubblicavano i loro contenuti su siti web rivali di OnlyFans
13/10/2022 di Redazione
NB – L’articolo in questione è stato modificato in seguito alla richiesta di rettifica di Meta, giunta in redazione. L’update relativo si colloca – in grassetto e in corsivo – in calce all’articolo.
OnlyFans, una piattaforma popolare per ospitare anche contenuti pornografici, a febbraio è stato citato in giudizio in quanto accusato di aver cospirato con Meta, in particolare Facebook, per disabilitare gli account dei lavoratori nell’ambito dell’intrattenimento per adulti che pubblicavano i loro contenuti su siti web rivali di OnlyFans.
La denuncia è stata presentata alla corte federale di San Francisco da un gruppo di lavoratori nell’ambito dell’intrattenimento per adulti o sex workers i quali hanno affermato che i dipendenti di Meta hanno inserito i loro contenuti sul sito webGlobal Internet Forum to Counter Terrorism, che serve per segnalare contenuti legati al terrorismo, provocando un forte calo del traffico sui loro account personali e sui siti web dove pubblicavano i loro contenuti.
In seguito alla diffusione di un documento giudiziario non censurato è stato possibile identificare tre massimi dirigenti di Meta coinvolti nel processo. I gestori e proprietari di siti di intrattenimento per adulti danneggiati dall’azione di Facebook e OnlyFans hanno accusato Nick Clegg, Presidente di Meta per gli Affari Globali, il vicepresidente Nicola Mendelsohn e Cristian Perrella, il Direttore della sicurezza europea, di aver preso tangenti per dare a OnlyFans un vantaggio rispetto ai rivali. Per dare sostegno alle proprie accuse i querelanti hanno condiviso dei bonifici forniti in modo anonimo che sarebbero stati inviati ai dirigenti di Meta attraverso una sussidiaria di OnlyFans ma l’autenticità di questi bonifici non è stata verificata.
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La risposta di Facebook alle accuse di aver cospirato con OnlyFans
Una precisazione di Meta a Engadget: «Come chiariamo nella nostra mozione di rigetto, neghiamo queste accuse in quanto mancano di fatti, merito o qualsiasi cosa che le renda plausibili. Le accuse sono infondate». Come riporta lo stesso sito web di news, Mark Zuckerberg, presidente e amministratore delegato di Meta, ha già presentato una mozione per archiviare la causa per mancanza di plausibilità e ha affermato che non può in ogni caso essere ritenuto responsabile dell’accaduto anche se i querelanti dovessero avere successo.
UPDATE CON DICHIARAZIONE di Meta:
«Questa denuncia – fa sapere Meta a Giornalettismo – era stata precedentemente respinta dalla corte federale. Inoltre, non c’è alcun legame con il dipendente di Meta Cristian Perrella e la sua presenza in un documento non aggiornato sembra essere un errore. I querelanti presentano come parte delle loro “prove” un’e-mail che cita “Cristian Peralta Trust”, che non è nemmeno il nome di un dipendente di Meta, ed è una persona completamente diversa da “Cristian Perrella”». Giornalettismo ha avuto modo di visionare anche gli atti giudiziari all’interno dei quali si evince la questione dello scambio di identità