Sessualità (o perversione) giovanile – parte quarta

ROCCO EISENSTEIN – Come è come non è il nostro protagonista lo confida a Pietro che si sa, questo è proprio il genere di cose che uno muore dalla voglia di raccontare a Pietro. Il quale Pietro stufo ormai di farsi fare dei lunghi pompini dalla cugina (o almeno è questo ciò che racconta) decide di farsi invitare a casa del protagonista perché si sa, a Pietro, l’odore della fica lo arrapa. Segue una descrizione della madre, che sembra quasi presa da La corazzata Potemkin di Sergej Eisenstein, però nella versione porno. “essendo al mare ,tutto quello che indossava era un costume intero giallo dei pantaloncini neri e le infradito .Il suo costume era striminzito i capezzoli a intervalli quasi regolari si gonfiavano fino a farsi ben notare sotto stoffa aderente ,piu per l’abbondanza delle tette di mia madre ,una quarta abbondante , la scollatura piu tosto pronunciata e il taglio laterale che pemetteva di vedere la curva del seno ,si rendevano continuamente complici degli sguardi cupidi di Pietro ,che sotto al tavolo smaniava massaggiandosi l’uccello attraverso la stoffa deli suoi boxer ,Anche se Elisabbetta sembrava essersi accortadei movimenti di polso del mio ospite ,seduta sulla sdraio vicino a noi con gli occhi riparati dietro gli occhiali da sole sembrava non volersi mostrare turbata ,semplicemente cercava di ignorare il trastullo di un ragazzino.”.

PORO SIGMUND… – Certo che pure Piero che fa gli sguardi cupìdi! Che fa, li schiocca a mo’ di freccia? Mi spaventa questa Elisabbetta, di cui pur essendo figlio tu non sai ancora scrivere il nome, che ci ha i capezzoli che gli pulsano a intervalli quasi regolari, come l’ultimo dei Visitors. Ma mi spaventa anche che tu, alla tua veneranda età di trent’anni e rotti pensi a tua madre in costume giallo attillato come se Sigismondo Freud fosse morto invano. Elisabbetta va prender loro un’aranciata e Pietro inizia a tessere le lodi, per usare un casto eufemismo, delle virtù della bella mammina (da dirsi con pronunzia alla Andrea Roncato). Il protagonista che, ha la spiccata personalità di un batterio anaerobico, neanche questa volta si fa pregare: “non so se il desiderio del mio amico fosse contaggioso e le immaggini che la memoria mi faceva rivivere di quegli istanti dell’allattamento o di quando facevamo il bagno a sieme e potevo giocare liberamente con quelle tette, ma ancora una volta ebbi un erezione ,indossavo gli slip del costume e la cosa fu evidente a pietro che mi sorrise maligno ,e conoscendo gia la mia risposta mi domando se non mi sarebbe piaciuto succhiare di nuovo quelle tette! Mia madre torno prima che potessi rispondere ,ci aveva messo un pò perchè si era cambiata ,era praticamente Nuda con indosso quel bikini bianco”.

TETTE ASSASSINE – La madre in un tranquillo pomeriggio con il figlio e un suo amico erotomane si comporta come una valletta di Sanremo. Non paga del costume intero giallo ma striminzito (!) ora si mette il bikini bianco, pronta per un’altra passerella. Pietro chiaramente non ci sta più con la capoccia tanto più che Elisabbetta nel porgergli l’aranciata gli strofina (non volendo?) una tetta addosso. “Su di giri mi obbligo ad andare di sopra in camera di mia madre a rovistare nella sua bincheria, cercai di contenerlo e lui mi ricordo che poteva sempre smerdarmi con tutti visto che per di piu probabilmente stavo elabborando la sua stessa idea malsana , era vero ,ma avrei aspettato che fosse andato via ,per avere un po piu di privacy”. Cosa fa Pietro quando è eccitato? Quello che facciamo tutti ovviamente. Rovista come un dannato nella biancheria, perché a lui si sa, “l’odore della fregna lo arrapa”. “In camera di mia mamma comincio a rovistare ovunque menandosi il cazzo tra uno slip e un reggiseno”. Ora, io non so voi, ma qui mi immagino Piero che butta tutti i panni all’aria e nel mentre se lo smanetta, reggiseno sì uhm, due colpi, slip, uhm buono, tre colpi. Insomma Piero, datti una regolata!

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