L’Ucraina è pronta a trasferire i suoi server (e i dati sensibili) all’estero

Lo hanno rivelato i vertici del Servizio statale ucraino per le comunicazioni speciali e la protezione delle informazioni. Questa mossa, però, si concretizzerà solo se proseguirà l'aggressione russa

10/03/2022 di Enzo Boldi

Mentre le città sono sotto assedio e proseguono i bombardamenti (come quello di mercoledì all’Ospedale di Mariupol), le istituzioni dell’Ucraina sono costrette anche a redigere piani e prendere provvedimenti anche per quell’aspetto del conflitto che si sta svolgendo in epoca digitale. Qualora l’offensiva del Cremlino dovesse proseguire anche nel corso dei prossimi giorni (e il fallimento dell’incontro in Turchia tra i Ministri degli Esteri dei due Paesi sembra esserne la conferma), si deve necessariamente pensare anche al trasferimento dei server ucraini all’estero, anche per salvaguardare la gestione dei dati sensibili dei cittadini.

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Ad annunciare i piani sul tavolo è stato il vice-capo del Servizio statale ucraino per le comunicazioni speciali e la protezione delle informazioni, Victor Zhora alla Reuters. Programmi che sono già pronti e offerte di “ospitalità” che sono arrivate da tutto il Mondo. Per prossimità geografia, però, i server ucraini potrebbero essere trasferiti in un Paese vicino. Prima, però, occorrerà capire come si svilupperà questa guerra.

Server ucraini, pronto il trasferimento all’estero

Per il momento, infatti, il Servizio statale ucraino ha predisposto la messa in sicurezza di tutti gli apparati tecnologici e informatici di stato, ma in loco. Il piano A, dunque, è già stato attivato. Qualora il conflitto non dovesse risolversi nel giro di poco tempo, però, ecco che si potrebbero aprire le porte a tutte le altre alternative. I piani B e C, infatti, prevedono proprio lo spostamento fisico di quei server, con il conseguente trasferimento dei dati sensibili all’estero per salvaguardarli da attacchi (non solo informatici, ma anche fisici). Prima, però, come spiegato dallo stesso Zhora, occorrerà una delega legislativa: i parlamentari ucraini dovranno approvare una legge apposita per consentire il trasferimento dei server fuori dai confini. Un passaggio burocratico necessario vista la normativa attuale.

E ancor prima dell’invasione russa, quando i primi attacchi all’Ucraina erano stati mossi in forma virtuale attraverso una massiccia attività di hacking ostile, Zhora aveva spiegato: «Se la Russia si impossessa delle password del governo durante la sua invasione, i cyber team delle agenzie ucraine hanno l’ordine di interrompere rapidamente l’accesso a questi account compromessi». Quel piano è ancora attivo, ma la messa in protezione di quei dati potrebbe provocare conseguenze imponderabili fino a due settimane fa.

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