Ma Renzi con chi farà il partito, se neanche i renziani vogliono la scissione?

16/09/2019 di Redazione

Il no che fa più rumore alla scissione Renzi è quello di Dario Nardella che, in quanto a cursus honorum, è il più vicino al senatore di Rignano. Il sindaco di Firenze, che ha raccolto il testimone di Matteo Renzi, non è a favore di un nuovo partito politico fuori dal Pd: «Non posso che dire nuovamente agli amici del Pd che vogliono lasciare il partito di pensarci bene, perchè abbiamo bisogno di un partito forte e plurale – ha affermato oggi -. E credo che con questo nuovo Governo ci siano tutte le condizioni per lavorare uniti, perchè abbiamo dimostrato che uniti si può far bene».

Scissione Renzi, il no dei ‘suoi’ luogotenenti

Può davvero essere considerata una buona idea quella di una nuova scissione all’interno del Partito Democratico? Eppure quest’ultima sembra inevitabile. Matteo Renzi, che ha trovato un nuovo protagonismo nella formazione dell’attuale governo con il Movimento 5 Stelle, sembra già voler uscire da quello stesso partito che lo aveva fatto diventare prima segretario e poi presidente del Consiglio.

Il progetto è quello di un movimento che possa chiamarsi «L’Italia del sì», che conterebbe al suo interno già una quarantina di parlamentari, tra deputati e senatori, e che potrebbe raccogliere al suo interno tutta quella gioventù democratica che è sempre stata attratta dalla stella di Renzi. Ma i primi sondaggi su questo nuovo partito non sono particolarmente sorridenti. Alcune indicazioni darebbero il nuovo movimento sotto al 10%.

Scissione Renzi, le reazioni

E adesso, dopo la reazione tiepida dell’elettorato, Matteo Renzi deve incassare anche quella di alcuni suoi luogotenenti che, nel frattempo, sono riusciti a entrare nel nuovo esecutivo. Si pensi ad Alessia Morani, sottosegretario allo Sviluppo Economico, che ha detto di non avere intenzione di uscire dal Partito Democratico; o anche alla neo sottosegretaria Simona Malpezzi con delega al Parlamento: quest’ultima ha detto che le scissioni non interessano al popolo italiano e che invece sarà molto più importante lavorare con un nuovo governo.

La sensazione, tuttavia, è che la partita del governo e quella del nuovo movimento di Matteo Renzi siano slegate tra loro. Nell’esecutivo ci sono diversi ministri e sottosegretari renziani (a partire da Teresa Bellanova, passando per Elena Bonetti e Anna Ascani) e quindi non sembra in discussione la loro fedeltà al progetto. Al momento, i confini del nuovo partito sono ben ancorati all’interno di questa maggioranza. Dopo la Leopolda, come da promessa renziana, se ne saprà di più.

FOTO: ANSA/CLAUDIO GIOVANNINI

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