Saverio Raimondo, il comico prima invitato e poi respinto da Sanremo 2019
18/01/2019 di Enzo Boldi
Perché Sanremo è Sanremo. Per questo motivo qualsiasi cosa accada attorno al Festival della canzone italiana tende a fare rumore. L’ultima notizia che arriva dalla città dei fiori riguarda uno degli ospiti che sarebbe dovuto salire sul palco dell’Ariston: il comico romano Saverio Raimondo. Era stato contattato dalla Rai stessa e invitato a partecipare alla kermesse musicale più famosa d’Italia, partecipando al seguitissimo Dopo Festival. Poi la retromarcia e quello che sembrava un’accoglienza alla fine si è tramutata in un respingimento. E la metafora politico-contemporanea non è un caso.
«Come detto anche dalla Rai stessa, non c’era la firma su nessun contatto, quindi quello che hanno fatto è tutto legittimo – tiene a precisare Saverio Raimondo a Giornalettismo -. Ci eravamo incontrati tempo fa, ma loro non mi avevano mai chiesto di cosa avrei parlato a Sanremo, avevamo concordato solo alcuni aspetti condivisi. Conoscendomi, però, dato che mi hanno cercato loro, i temi che avrei toccato penso fossero ben noti».
Saverio Raimondo, sedotto e abbandonato da Sanremo
La proposta della Rai era arrivata nello scorso autunno, con tanto di camera a Sanremo già prenotata a nome Saverio Raimondo, ma ora quella stanza sarà destinata a qualcun altro. Nei suo sketch satirici, con quel modo di fare e quella voce particolare che lo hanno reso celebre e apprezzato in tutta Italia, avrebbe toccato diversi temi, tutti inerenti all’attualità: «Dall’indossare un gilet giallo, all’imitazione di un Luigi Di Maio (che mi somiglia) che esulta dal balcone dell’Ariston per aver abolito la povertà, fino ad arrivare all’ospite speciale Cesare Battisti esibito in catene, senza dimenticare un collegamento dal porto di Sanremo per dimostrare la politica dei porti chiusi».
Nei suoi sketch satirici Luigi Di Maio e i porti chiusi di Salvini
E più che i porti, per Saverio Raimondo si sono chiuse le porte dell’Ariston e del Dopo Festival di Sanremo 2019. «Non me la prendo più di tanto, forse è colpa della mia voce che non piace – scherza il comico romano -. Non voglio gridare allo scandalo, perché hanno fatto tutto in maniera legittima, ma mi sento di poter gridare alla noia. Purtroppo viviamo in un Paese noioso che non ama ridere più».
(foto di copertina da profilo Facebook)