La rivoluzione europea di Macron è già finita (c’entra la Germania)
20/04/2018 di Matteo Garavoglia
I grandi piani del presidente della Repubblica francese Emmanuel Macron per la riforma dell’Unione Europea potrebbero essere già svaniti. Lo sostiene il New York Times.
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Nel settembre 2017, a pochi mesi dalla sua elezione, il capo dell’Eliseo aveva parlato di un’UE più forte e unita, richiamando l’attenzione continentale ai problemi delle migrazioni, il Brexit e un nuovo asse franco-tedesco che potesse fornire le linee guida per il futuro di Bruxelles.
Ecco, proprio l’auspicio di un legame forte tra Parigi e Berlino potrebbe essere all’origine del fallimento della ristrutturazione europea. La cancelliera Angela Merkel, uscita scottata dalla formazione di un governo durata 6 mesi dopo le elezioni del 2017, non è disposta a rimettere in gioco la sua leadership.
Nonostante la crisi del 2008 sia un po’ più lontanta e una congiuntura economica che nel 2018 ha aperto spiragli di speranza, la visita giovedì 19 aprile di Macron in Germania non ha portato risultati concreti.
Berlino, insieme a diversi Paesi del nord Europa, rifiuta l’idea di un unico ministro delle Finanze e un budget comune condiviso a livello europeo, temendo per le fragili condizioni economiche di Italia, Spagna, Portogallo e Grecia. In questo contesto, la Francia rischia di perdere un’occasione fondamentale per i suoi progetti di riforma.
Le elezioni del 4 marzo hanno giocato in questo senso a sfavore del presidente francese. L’assoluta confusione politica che si respira nelle stanze delle consultazioni a Roma alimenta le speculazioni sull’incerto futuro che dovrà affrontare la penisola. Considerando che l’Italia sarà la terza economia d’Europa dopo l’uscita di scena del Regno Unito, i timori di Bruxelles sono presto spiegati.
Sul tema è intervenuto anche l’ex primo ministro Enrico Letta in un meeting al forum Ambrosetti: “Il disordine politico italiano sarà un alibi per la Germania e una cattiva notizia per Macron. Stiamo sprecando un buon momento“.
(Foto credits: Ansa)