Chat, Instagram e TikTok e il «secondo round» del Pincio va quasi deserto

Si era diffusa la voce di un nuovo appuntamento tra adolescenti, ma sui social hanno segnalato la presenza di tanta polizia

13/12/2020 di Redazione

Alla fine, in ogni caso, ci sono state 10 segnalazioni di ragazzi tra i 13 e i 14 anni. Ma la rissa al Pincio del 12 dicembre non è stata nemmeno lontanamente paragonabile a quella che si è verificata appena una settimana prima. Questa volta, il dispiegamento preventivo di forze dell’ordine ha dissuaso i ragazzi a presentarsi. O meglio, ha fatto presentare in zona alcuni trapper romani (da Hydra, passando per Mago Dave, ma anche Wavedb, Kayler, Moriconi  e Regazzino) che hanno cercato di fare da pacieri e di girare un video in cui tutto il fenomeno musicale indipendente che corre sui social network della Capitale mandava un messaggio di unità: «Roma non è quella che abbiamo visto la scorsa settimana».

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Rissa al Pincio, sui social network i messaggi: «Troppa polizia, non andate»

Ma se nella giornata di ieri non si è verificato nulla di paragonabile a quanto accaduto il 5 dicembre scorso è anche grazie a un tam tam su TikTok, Instagram e varie altre chat di social network non propriamente conosciuti al grande pubblico (avete mai sentito parlare di Tellonmy?). Continue segnalazioni di presenze di forze dell’ordine, continui richiami all’attenzione: «Oggi – si legge in alcuni gruppi – ci sono pure i “borghesi” (ovvero, la polizia in borghese, ndr)».

Il tutto, chiaramente, è stato accompagnato da video di “inviati” sul posto, che hanno documentato il presidio delle forze dell’ordine tra la terrazza del Pincio e Piazza del Popolo. Una situazione che ha scoraggiato gli appuntamenti e ha portato soltanto alcuni sparuti gruppetti di irriducibili a continuare nel loro intento. Alla fine, il pomeriggio di Roma trascorre abbastanza serenamente: i testimoni che frequentano abitualmente la terrazza del Pincio, anzi, affermano che nella giornata di ieri c’erano meno adolescenti di qualsiasi altra giornata normale. 

Ancora una volta, i social network frequentati dalla generazione Z hanno diffuso un messaggio molto potente. E hanno dimostrato di fungere anche da attività di monitoraggio – alla luce del sole – dell’attività dello Stato sul territorio.

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