X sostiene di aver rimosso molti contenuti e account legati ad Hamas

La risposta di Musk e di Twitter (X) a Thierry Breton è stata rapida. Al di là dei provvedimenti promessi, occorre capire se effettivamente ci sarà un effetto sui tanti contenuti violenti che circolano liberamente

12/10/2023 di Ilaria Roncone

Thierry Breton, commissario europeo per il Mercato interno e i Servizi della Commissione europea, ha scritto una lettera a Mark Zuckerberg e una lettera a Elon Musk per esortarli a rispettare gli impegni presi (o dai quali si è provato a defilarsi, come nel caso di Musk) con l’Unione affinché la disinformazione non abbia vita facile quanto quella avuta finora negli ecosistemi social delle Big Tech da loro guidate. La richiesta imperativa rivolta ad entrambi si incentra sul fatto che il DSA debba essere rispettato, pena multe salate per chi non provvede a strettissimo giro (ovvero nelle successive 24 ore dal richiamo). La questione della gestione della disinformazione Gaza è centrale, a questo punto, soprattutto se si pensa alle imminenti elezioni – citate anche da Breton stesso – che coinvolgeranno Polonia, Olanda, Lituania, Belgio, Croazia, Romania, Austria e Parlamento europeo.

Vedere come verrà gestita questa situazione può fornire indizi su come, successivamente, si gestirà la propaganda elettorale. La risposto di Elon Musk, nel suo solito stile polemico, non ha tardato ad arrivare.

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Twitter X ha risposto all’ammonimento di Breton

Elon Musk ha affermato, in risposta alla lettera del commissario europeo: «La nostra politica è che tutto sia open source e trasparente, un approccio che so l’Ue sostiene. Vi preghiamo di elencare le violazioni su X, cui si allude, in modo che il pubblico possa vederle». Un richiamo alla concretezza cui Breton ha immediatamente ribattuto: «Siete ben consapevoli delle segnalazioni dei vostri utenti e delle autorità sui contenuti falsi e sull’esaltazione della violenza. Sta a voi dimostrare che mantenete le parola. Il mio team rimane a disposizione per garantire la conformità al Digital service act, che l’Ue continuerà a far rispettare rigorosamente».

Contenuti ampiamente segnalati, secondo Breton, che però non vengono prontamente rimossi da Twitter (complice, probabilmente, la mancanza di personale addetto alla moderazione come conseguenza dell’acquisizione dell’ex Twitter da parte di Musk).

Oltre a questo, è stata fornita una risposta più tecnica pubblicata dalla pagina ufficiale di Twitter che si occupa della sicurezza del social. «Negli ultimi due giorni abbiamo assistito a un aumento degli utenti attivi giornalieri su @X nell’area del conflitto, oltre a più di 50 milioni di post a livello globale incentrati sull’attacco terroristico di Hamas contro Israele, avvenuto nel fine settimana», esordisce il post.

Dopo aver chiarito l’impegno in corso per «far rispettare le nostre regole mentre continuiamo a valutare la situazione sulla piattaforma», è stato fornito un resoconto delle azioni più recenti. Lo scorso fine settimana – si legge – «abbiamo aggiornato la nostra Politica di interesse pubblico. Sappiamo che a volte è incredibilmente difficile vedere certi contenuti, soprattutto in momenti come quello che si sta vivendo. In queste situazioni, X ritiene che, anche se difficile, sia nell’interesse del pubblico capire cosa sta succedendo in tempo reale. Le persone su X possono anche controllare i media che vedono. Nelle impostazioni di “Contenuto che vedi” è possibile scegliere se vedere o meno i media sensibili».

Si parla di provvedimenti «per rimuovere i nuovi account affiliati a Hamas e stiamo attualmente coordinandoci con i colleghi del settore tramite @GIFCT_official per cercare di impedire la diffusione di contenuti terroristici online». «I nostri team di escalation hanno preso provvedimenti nei confronti di decine di migliaia di post – prosegue il contenuto – per la condivisione di media grafici, discorsi violenti e comportamenti odiosi. Continuiamo inoltre a monitorare in modo proattivo i discorsi antisemiti come parte di tutti i nostri sforzi. Inoltre, abbiamo preso provvedimenti per rimuovere diverse centinaia di account che tentavano di manipolare i trending topic».

La realtà dei fatti al di là delle parole

L’impegno di X nella moderazione di un determinato tipo di contenuti, però, non produce effetti tangibili per ora. A partire da un’inchiesta del NYT che abbiamo approfondito è emerso come i video relativi alle violenze di Hamas su X abbiano milioni di visualizzazioni nonostante mostrino la violenza più cruda. Stesso discorso anche per i contenuti pubblicati da Netanyahu, che ha condiviso su X un video di bombardamenti che è stato visto 14,5 milioni di volte (in costante aumento rispetto a quanto abbiamo precedentemente rilevato nella giornata di oggi).

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