Roma vuole il riconoscimento facciale in metro? Ma in Italia è illegale

Si parla di telecamere intelligenti e collegamenti con i database delle forze dell'ordine. Ma c'è una moratoria. E non solo

11/05/2024 di Redazione Giornalettismo

In vista del Giubileo 2025, la capitale ha intenzione di installare delle “telecamere intelligenti” all’interno di tutte le stazioni della metropolitana. Saranno strumenti dotati di sistemi di riconoscimento facciale, collegati – grazie alla tecnologia 5G – direttamente con le forze dell’ordine e il loro database su persone che «si sono resi protagonisti in passato di atti non conformi e non idonei», e saranno presenti all’interno delle aree della metro di Roma. Ad annunciarlo è stato l’assessore alla Mobilità della giunta capitolina, Eugenio Patanè, guidata dal sindaco di Roma Roberto Gualtieri. Prima del dietrofront dopo l’intervento del Garante Privacy.

Riconoscimento facciale a Roma, il piano per il Giubileo

Un passo in dietro che non cancella la storia. Perché c’era un enorme problema. In Italia, c’è una norma che vieta l’installazione e l’utilizzo di strumenti atti al riconoscimento facciale nei luoghi pubblici. Si tratta della moratoria proposta all’inizio del 2021 da Filippo Sensi e diventata legge alla fine dello stesso anno. L’iniziale scadenza era prevista per il 31 dicembre del 2023, ma l’attuale Parlamento l’ha prorogata fino al 31 dicembre del 2025. Dunque, non è possibile – per legge – che il Comune di Roma installi queste telecamere con queste funzionalità all’interno delle stazioni della metropolitana. Inoltre, nel recente passato il Garante Privacy ha bocciato già in tre occasioni l’utilizzo del riconoscimento facciale: prima a Como, poi a Udine e – infine – con un parere negativo a una proposta fatta dal Ministero dell’Interno nel 2021.

Oltre al concetto di “sorveglianza di massa”, occorre ricordare come questa tecnologia sia fallace. Negli ultimi anni sono stati moltissimi gli errori: alcuni figli di bias razziali, altri perché il sistema non è affidabile al 100%. Provare per credere. Meno di un mese fa, un tifoso brasiliano è stato fermato e prelevato dagli spalti – durante la finale del campionato – perché le telecamere intelligenti lo avevano confuso con una persona ricercata. Una “passerella” davanti a tutti e un interrogatorio prima del riconoscimento della verità: la tecnologia aveva sbagliato.

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