Cosa dice l’AI Act sul riconoscimento facciale

Il riconoscimento biometrico è stato uno dei punti di partenza che ha dato il via a un AI Act che, successivamente, ha dovuto fare i conti con l'AI generativa. Il compromesso europeo tra schedatura e sorveglianza

09/05/2024 di Gianmichele Laino

Sembrerà strano ricordarlo oggi, dopo aver vissuto sulla nostra pelle un 2023 che è stato l’anno dell’esplosione dell’utilizzo dell’intelligenza artificiale generativa. L’AI Act – che è stato recentemente approvato e che ha stabilito le regole d’ingaggio e di utilizzo per questa tecnologia – aveva gettato le sue fondamenta su quella che, all’inizio, sembrava la parte più pericolosa dell’intelligenza artificiale, ovvero la grande quantità di dati che si riescono a ottenere attraverso il riconoscimento biometrico effettuato da telecamere nei luoghi pubblici. Per questo motivo, ogni volta che si individuano delle situazioni che portano autorità e istituzioni italiane a ricorrere la riconoscimento biometrico, occorre tenere ben presente che questo regolamento europeo ha evidenziato limiti e opportunità della tecnologia e i suoi ambiti di applicazione. Dunque, vista la decisione del comune di Roma di utilizzare delle telecamere per il riconoscimento biometrico in metropolitana e sulla linea urbana della ferrovia, è opportuno ricordare cosa dice l’AI Act sul riconoscimento facciale.

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AI Act e riconoscimento facciale, cosa dice il regolamento

Innanzitutto, il riconoscimento biometrico non può essere utilizzato in qualsiasi circostanza. Anzi, gli Stati e le loro autorità possono effettuare operazioni di questo tipo soltanto in relazione a tre fattispecie di reato, particolarmente gravi. Stiamo parlando di ricerche mirate di vittime di sottrazione (nel contesto di una tratta di esseri umani o del loro sfruttamento sessuale), di prevenzione di atti terroristici che possano generare un rischio imminente per l’incolumità pubblica, di localizzazione e identificazione di una persona sospettata di aver commesso un reato. Tutte le altre fattispecie dell’utilizzo del riconoscimento biometrico sono escluse. Tra l’altro, per i casi specifici occorre avere il via libera di una autorità competente e di avere l’autorizzazione da parte di un organo giudiziario terzo e indipendente.

Insomma, non si vieta l’installazione di telecamere che possano in qualche modo utilizzare la tecnologia del riconoscimento biometrico, ma il loro concreto utilizzo può limitarsi a casi molto specifici. Va da sé dunque che, in un contesto come quello di una metropoli come Roma nel corso di un evento come il Giubileo 2025, la minaccia terroristica potrebbe essere concreta e l’utilizzo delle telecamere con riconoscimento biometrico nelle stazioni della metropolitana potrebbe portare – in caso di drammi – a una identificazione più rapida dei responsabili, grazie alle moderne tecnologie 5G. Tuttavia, l’applicazione in altri ambiti è molto limitata e occorre sempre comprendere se l’investimento in queste strumentazioni, alla fine, possa essere più o meno ripagato.

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