Tante le testimonianze di vittime di revenge porn: «Sono una vittima di revenge porn old school, infatti la mia sofferenza è stata causata unicamente dal passaparola: nel 2009 avevo 12 anni (era l’estate tra la prima e la seconda media) e mi vedevo con un ragazzino di 15 anni che ha abusato di me più volte», racconta Elisa a Vanity Fair: «Quando gli ho detto che non lo volevo più vedere lui ha raccontato in giro quello che mi aveva fatto (facendo passare il tutto come se fossero cose che io avevo fatto a lui) e siccome vengo da un piccolo paese di provincia, tutte le persone nel mio range di età in breve hanno saputo».

Elisa non è l’unica, perché il caso di Carolina è ancora più drammatico: «Le parole fanno più male delle botte». Con queste parole, Carolina Picchio, una ragazzina di quattordici anni, dice addio al mondo e si toglie la vita. Era il gennaio 2013 e ancora non si parlava di revenge porn, ma Carolina venne filmata in stato di incoscienza mentre alcuni suoi coetanei abusavano del suo corpo mimando atti sessuali.

Sono passati tanti anni ma il fenomeno è sempre più diffuso. Desta così tanta preoccupazione che l’anno scorso, in occasione dell’8 marzo, il Garante della privacy italiano, collaborando con Facebook e Instagram, ha creato un canale per denunciare le proprie immagini condivise da altri senza consenso.