La replica di Enel Energia: «Abbiamo sempre agito con massima correttezza»

La società energetica replica così alla notizia della sanzione da oltre 79 milioni di euro elevata dal Garante della Privacy

01/03/2024 di Gianmichele Laino

Quella comminata a Enel Energia è la multa più alta che il Garante della Privacy abbia mai elevato in Italia: si tratta di una cifra da capogiro, oltre 79 milioni di euro, rivolta proprio alla società energetica per una vicenda di mancato controllo – secondo il rilievo del Garante – rispetto ai propri CRM a cui sono stati permessi accessi a quattro società (già multate in precedenza). Tuttavia, la società energetica non ci sta e replica alla sanzione.

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Risposta Enel alla sanzione comminata dal Garante della Privacy

«La società conferma di aver sempre agito nella massima correttezza e di aver sempre adottato tutte le misure idonee per garantire la sicurezza dei propri sistemi e il rispetto delle disposizioni normative – si legge su Repubblica -, incluse quelle in materia di data protection, essendo da sempre impegnata nel migliorare la qualità del servizio offerto, nel garantire la massima trasparenza nella relazione con i propri clienti e nell’assicurare la riservatezza dei dati dei clienti stessi».

Secondo quanto affermato da Enel Energia, rispetto alle azioni delle quattro società che operano nel telemarketing e che hanno avuto in qualche modo accesso ai dati personali raccolti dalla società energetica, ritiene di essere stata danneggiata.

«Enel Energia – prosegue la comunicazione – precisa di aver sempre contrastato, anche con azioni giudiziarie, le condotte di agenzie che operano abusivamente in danno dei clienti e della società stessa che, pertanto, si ritiene parte lesa.La società ricorrerà in ogni sede opportuna, come già accaduto in passato, a tutela dei propri interessi, certa della correttezza del proprio operato».

Dunque, si annuncia una battaglia legale rispetto alla decisione del Garante della Privacy e alla multa da 79 milioni di euro. Bisognerà accertare, in quella sede, se l’accesso al CRM di Enel possa configurarsi come effettivamente abusivo e – inoltre – se l’azienda ha davvero messo in atto tutto quanto era in suo potere per tutelarsi da accessi non autorizzati.

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