La precedente multa a Enel (da 26 milioni) annullata dal tribunale di Roma

L'accusa era molto simile a quella che ha portato alla maxi-sanzione da 79 milioni di euro

01/03/2024 di Enzo Boldi

Quella del 29 febbraio rimarrà alla storia come la più alta sanzione mai comminata (finora) dal Garante per la protezione dei dati personali in Italia. Ma nei confronti di Enel energia, il conto era aperto da diversi anni. Alla fine del 2021, infatti, l’Autorità aveva multato la stessa azienda energetica per poco più di 26,5 milioni di euro. E le motivazioni erano molto simili a quelle che vedono oggi la società – che ha sede a Roma – coinvolta in questo maxi-procedimento. Si fa riferimento, infatti, al telemarketing aggressivo portato avanti utilizzando i dati dei consumatori senza un consenso esplicito. Ma quel procedimento è stato bloccato dall’intervento del Tribunale capitolino che ha cancellato il provvedimento.

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Facciamo un piccolo passo indietro. Tutto è iniziato nel 2018, con una lunga serie di contestazioni sul telemarketing aggressivo di Enel Energia perpetrate anche negli anni seguenti. E proprio in base a quanto raccolto nelle indagini, con l’apertura di un’istruttoria nel maggio del 2021, il Garante Privacy ha rilevato quanto segue:

«Il provvedimento arriva al termine di una complessa attività avviata dall’Autorità a seguito di centinaia di segnalazioni e reclami di utenti che lamentavano la ricezione, in nome e per conto di Enel Energia, di telefonate promozionali indesiderate, anche su disco pre-registrato, la difficoltà di esercitare i propri diritti in tema di protezioni dati personali e, più in generale, problemi derivanti dalla gestione dei dati nell’ambito dei servizi di fornitura energetica, ivi compresi i trattamenti svolti tramite l’area riservata del sito della società e la app di gestione dei consumi (cd. Profilo unico).
L’ufficio del Garante ha verificato come il fenomeno del telemarketing nel settore energetico, con l’approssimarsi della scadenza per il passaggio dal mercato tutelato dell’energia elettrica e del gas al mercato libero, abbia registrato un netto e preoccupante incremento. Nel corso dell’istruttoria è emerso un cronico, intenso e sempre più invasivo fenomeno di telefonate promozionali indesiderate, in assenza del necessario consenso, verso utenze riservate o iscritte al Registro delle opposizioni, oltre al tardivo o mancato riscontro a istanze di esercizio dei diritti di accesso ai dati personali o di opposizione al trattamento per finalità di marketing».

Dunque, si parla di dati personali utilizzati senza consenso dall’azienda energetica per campagna di marketing telefonico aggressivo. Da qui, la decisione di irrorare una sanzione da oltre 26,5 milioni di euro nei confronti della società.

Enel energia, la multa da 26,5 milioni annullata

Tutto, dunque, sembrava essere legittimo. Se non per quel che riguarda l’entità della multa (ci sono molti criteri da considerare per effettuare il calcolo), almeno per quel che concerne la contestazione principale. Poi, però, il Tribunale di Roma ha bloccato tutto.

Enel energia, infatti, aveva immediatamente presentato ricorso contro questa sanzione. Per quale motivo? Si parla dei termini di prescrizione. L’ingiunzione è da ritenere non valida se le trasgressioni sono contestate dopo il limite dei 120 giorni dall’inizio dell’accertamento della violazione. Dunque, si è andati troppo in là con le tempistiche per la notifica delle violazioni. Il Garante ha impugnato questa decisione e sarà la Corte d’Appello a valutare la situazione.

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