Le regole per i talk Rai al tempo di Orsini

La polemica sul docente Luiss ospite in diversi talkshow (e - in Rai - a Cartabianca) ha stimolato la discussione sulla gestione dello studio

08/04/2022 di Gianmichele Laino

La Commissione di Vigilanza potrebbe dare il via libera nei prossimi giorni a una risoluzione – che cercherà un appoggio vasto e più trasversale possibile – che si possa tradurre in un vero e proprio regolamento per i talkshow Rai per evitare le sovrapposizioni e le discussioni molto animate che, solitamente, il giorno dopo hanno un effetto amplificato anche grazie alle riprese dei numerosi quotidiani online. Immediato il collegamento che viene in mente con le recentissime polemiche per gli interventi del professor Alessandro Orsini a Cartabianca, il programma di Bianca Berlinguer: da diversi partiti presenti in commissione di Vigilanza sono state sollevate delle perplessità circa le teorie esposte in diretta televisiva e le sue parole hanno spesso provocato dibattiti decisamente animati all’interno della trasmissione stessa.

LEGGI ANCHE > Il direttore di Raitre si dissocia da Orsini per dichiarazioni in un programma della sua stessa rete

Regolamento talkshow Rai, le proposte in commissione di Vigilanza

I punti analizzati saranno cinque. Il primo – che, tuttavia, si presta a diverse interpretazioni e soprattutto all’analisi soggettiva degli autori dei programmi televisivi – è quella richiesta di ospitare all’interno delle trasmissioni di approfondimento soltanto esperti di comprovata autorevolezza. Su questo aspetto, tuttavia, si potrebbero aprire ampie discussioni. Difficile sostenere, ad esempio, che il professor Orsini – docente alla Luiss e direttore di una scuola di specializzazione di geopolitica, con all’attivo decine di pubblicazioni – non possa essere ritenuto degno di questo requisito. Stesso discorso – e qui la memoria torna nuovamente al periodo della pandemia – per quanto riguarda i virologi o comunque il personale sanitario che insegna nelle università o che opera all’interno delle strutture pubbliche e private d’eccellenza in Italia. Insomma, il primo punto potrebbe non bastare. Passiamo agli altri.

Stando a quanto trapela dalla Commissione di Vigilanza, sembra che il secondo punto sia quello di ruotare le presenze, per evitare che una stessa trasmissione possa avere a disposizione sempre gli stessi volti. Se questo aspetto potrebbe mitigare l’effetto di continue diatribe settimanali, tuttavia, non lo eliminerebbe completamente. Occorre, poi, valutare cosa si intenda per rotazione: evitare la presenza dello stesso opinionista per due puntate consecutive? Oppure individuare delle “quote” per equilibrare il minutaggio dei vari opinionisti, in una sorta di simil par condicio? Anche questo è un criterio difficile da applicare: il talk-show si basa sull’analisi dell’attualità. Se l’attualità è rappresentata da un argomento di lungo respiro e che non si esaurisce nel giro di una settimana (la guerra, il covid), è difficile evitare il ricorso a esperti dello stesso argomento anche in più puntate consecutive.

Il terzo punto – questo finalmente oggettivo – sarebbe quello della preferenza di ospiti che non richiedono gettoni di presenza. Ma anche qui, la formula appare abbastanza sfumata. Nella bozza della risoluzione, infatti, si parlerebbe di “privilegiare” le ospitate gratuite, non eliminando del tutto quelle a gettone di presenza. Questo aspetto, in ogni caso, offre il fianco a un’altra debolezza per il servizio pubblico: se si ridurranno al massimo le ospitate retribuite, gli analisti più gettonati potrebbero scegliere altre reti, facendo arretrare la Rai nella quotidiana guerra dello share.

I punti di “sostanza”

Non resterebbe, dunque, che puntare sulla qualità e in questa direzione vanno gli altri punti del regolamento, più teorici che pratici: evitare una rappresentazione teatrale delle contrapposizioni (insomma, eliminare i battibecchi e le esasperazioni che spesso si vedono tra gli ospiti in studio) e contrastare la disinformazione favorendo l’equilibrio e la contestualizzazione delle opinioni espresse. Cosa che, tra l’altro, un conduttore preparato dovrebbe già essere in grado di fare di default: evitare l’innalzamento dei toni ed esporre dati o citare fonti nel caso di affermazioni dubbie da parte di un ospite (ma questo dovrebbe avvenire nel giornalismo in generale, nelle interviste sui quotidiani cartacei, in quelle sugli online e non soltanto nei talk-show).

Share this article
TAGS