Il caso di Orsini in Rai arriverà in commissione di Vigilanza
L'annuncio del parlamentare del PD Andrea Romano, che farà una interrogazione nella commissione parlamentare
24/03/2022 di Redazione
Dopo aver parlato di “pifferai della propaganda di Putin”, il dem Andrea Romano, membro della commissione di Vigilanza Rai, ha annunciato una interrogazione sulla presenza del docente della Luiss Alessandro Orsini in Rai, a Cartabianca, e sul compenso che riceverà per le sue ospitate. Nella giornata di ieri erano circolate alcune cifre (2mila euro per 6 presenze, per un totale di 12mila euro), che sono state poi smentite dalla conduttrice del programma di Raitre, Bianca Berlinguer.
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Orsini in Rai, il caso finisce in commissione di vigilanza
Del resto, Andrea Romano non è l’unico a chiedere chiarimenti rispetto alla presenza di Orsini sul servizio pubblico: anche Italia Viva, da Marco Di Maio fino a Michele Anzaldi, chiede un chiarimento rispetto al gettone di presenza e alle motivazioni che hanno spinto la Rai a prevederlo per l’opinionista in questione.
Le critiche alle posizioni di Alessandro Orsini espresse in televisione
Nei scorsi giorni, Alessandro Orsini era finito nel mirino della critica sui social network per avere espresso le sue posizioni sulla guerra in Ucraina: dalla rimodulazione delle sanzioni alla Russia in base ai bambini rimasti uccisi nei bombardamenti, fino ad arrivare all’opinione che il presidente ucraino Volodimir Zelensky dovesse ammorbidire le sue posizioni, evitando i discorsi dai toni combattivi che hanno caratterizzato la sua comunicazione in questi giorni.
Sul compenso destinato a Orsini, tuttavia, non c’è ancora chiarezza assoluta. Bianca Berlinguer ha spiegato che solitamente gli opinionisti che intervengono in trasmissione lo fanno a titolo gratuito, eccezion fatta per chi prevede una presenza continuata per un ciclo più o meno lungo di puntate. La cifra di 2000 euro a puntata non è stata confermata e Bianca Berlinguer ha ricordato come la Rai non possa rinunciare agli opinionisti, pena una perdita di competitività con altre emittenti, dove – agli opinionisti stessi – vengono offerti contratti anche più importanti.