Il regolamento sull’equo compenso online è una vera svolta?

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Il monografico di Giornalettismo dopo l'annuncio dell'Autorità con il via libera alle linee guida

Dopo una lunga attesa, è arrivato il via libera – con alcune indicazioni integrative rispetto al decreto legge presentato nel 2021 – al regolamento dell’AgCom sull’equo compenso online per gli editori. Si tratta di linee guida e criteri che rappresentano la base per la futura contrattazione tra le aziende che curano le piattaforme su cui si “condividono contenuti a carattere giornalistico” e le aziende editoriali. Di fatto, dunque, è stata definitivamente recepita dall’Italia la direttiva europea sul Copyright e tutti quegli articoli che prevedono un corrispettivo economico (su base percentuale) da parte delle piattaforme. Una svolta epocale, anche se non mancano le perplessità su alcuni punti che risultano essere irrisolti. In attesa del testo definitivo (perché l’annuncio del via libera è arrivata attraverso un comunicato stampa diffuso dall’Autorità Garante per le Comunicazioni nel corso della giornata di giovedì 19 gennaio), Giornalettismo ha realizzato un monografico per analizzare luci e ombre. Non solo sul presente, ma anche sul futuro.



Regolamento AgCom equo compenso, il monografico di Giornalettismo

Il nostro breve viaggio nel regolamento AgCom equo compenso è partito dalla spiegazione contenuta all’interno del comunicato stampa dell’Autorità. Lì abbiamo spiegato i criteri che saranno alla base delle linee guida e i princìpi legislativi a cui si fa riferimento. perché tutto parte dalla direttiva europea sul Copyright, recepita dall’Italia con il decreto legge 177 del 2021. Ma ci sono dei punti oscuri che non sono stati risolti. Giornalettismo aveva segnalato alcune perplessità all’AgCom lo scorso 15 luglio, prima dell’inizio della fase di dibattimento e le abbiamo riportate in un nostro approfondimento.

Poi abbiamo chiesto ad alcuni esperti un commento sul via libera dell’AgCom. Da una parte l’avvocato Marco Scialdone, docente dell’Università europea di Roma e legale di Euroconsumers; dall’altra il direttore generale di Mondadori Media, Andrea Santagata. Due pareri differenti sullo stesso tema. Differenze che sono evidenti anche in un parallelismo tra le scelte (che hanno anticipato tutti) fatte dall’Australia sul tema dell’equo compenso online e tutti gli altri Paesi che hanno legiferato nella stessa direzione. Infine, siamo arrivati a una provocazione: di accordi tra piattaforme ed editori si parla da tempo (in Europa dalla legge sul Copyright) e proprio da quel momento qualcosa è cambiato su Facebook. Gli Instant Articles sono diventati meno performanti (portando meno traffico sui siti) e, addirittura, a breve non esisteranno più. Un caso?