L’equo compenso agli editori interessa anche agenzie di comunicazione e rassegna stampa

In che modo e in che misura - secondo quanto disposto da AgCom - l'equo compenso impatta sulle agenzie di media monitoring e rassegna stampa?

20/01/2023 di Redazione Giornalettismo

Non solo editori di testate online che fanno informazione, comunque, ma anche imprese di media monitoring e rassegna stampa: questo è quanto indica, con precisione, il comunicato stampa AgCom che anticipa ulteriori specifiche che seguiranno. Cosa accadrà a queste realtà dato il coinvolgimento nel regolamento? Partendo da quanto disposto da AgCom sull’equo compenso rassegna stampa e media monitoring, abbiamo estrapolato i frammenti di testo del comunicato che – anticipando il regolamento – chiarisce in che modo e in quale misura, almeno in minima parte, questo cambiamento dovrebbe investire anche queste realtà.

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Equo compenso imprese di media monitoring e rassegna stampa, cosa dice il regolamento AgCom?

Partiamo, innanzitutto, dallo scopo del regolamento – così come scritto nel cs -: «Obiettivo principale quello di incentivare accordi tra editori e prestatori di servizi della società dell’informazione, ivi incluse le imprese di media monitoring e rassegne stampa ispirandosi alle pratiche commerciali e ai modelli di business adottati dal mercato». Imprese di media monitoring e rassegna stampa, quindi, assumono lo stesso ruolo e la stessa valenza delle testate giornalistiche.

In particolar modo si legge come «il regolamento disciplina anche a determinazione dell’equo compenso dovuto dalle imprese di media monitoring e rassegne stampa. In ragione delle differenze strutturali relative ai modelli di business e ai servizi offerti, l’Autorità ha ritenuto di dover individuare dei criteri che rispondessero a tale specificità». Considerato che «la base di calcolo è stata individuata nel fatturato rilevante delle imprese derivante dalle attività comunque connesse a quelle di media monitoring e rassegne stampa, in tale contesto l’Autorità ha preferito non indicare un’aliquota, suggerendo però di tenere in considerazione quelle adottate da prassi di mercato consolidate, conferendo così la flessibilità necessaria a garantire equità e tenendo conto delle differenze esistenti all’interno della platea degli editori e delle imprese di media monitoring e rassegne stampa, nonché delle differenti tipologie di pubblicazioni di carattere giornalistico».

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