Referendum eutanasia, siamo a 900 mila firme e sono le giovani donne a sfruttare maggiormente la firma digitale

Su 900 mila firme un terzo (300 mila) sono state apposte online, nella maggioranza dei casi da giovani donne

15/09/2021 di Ilaria Roncone

Quell’effetto della firma digitale che si è visto sul referendum cannabis legale si continua a vedere anche si quello il referendum eutanasia. Siamo a quota 900 mila firme e 300 mila di queste – quindi un terzo del totale – sono state fatte sfruttando la nuova possibilità di firma digitale. L’associazione Luca Coscioni ha diffuso anche i dati su provenienza e identikit di chi firma. Nella maggior parte dei casi, quando si tratta di firma online tramite Spid o carta d’identità elettronica, a firmare sono state giovani donne.

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Referendum eutanasia, a firmare online sono maggiormente le giovani donne

La stragrande maggioranza delle firme digitali proviene da donne tra i 18 e i 35 anni. Entrando nello specifico, tra le 318 mila 500 firme digitali apposte finora, il 59% appartiene a donne e il 41% a uomini. Ad aver firmato online sono prevalentemente donne giovani – che, per l’età, hanno maggiore dimestichezza con gli strumento online – poiché il 65% ha tra i 18 e i 35 anni, appunto. Mano a mano che si sale con l’età diminuisce la percentuale di donne che ha firmato digitalmente (solo il 3% over 65).

Emergono anche dati geografici: Emilia-Romagna (con 83 firme ogni 10 mila abitanti), Sardegna (con 72 firme) e Lombardia (con 70 firme) sono le regioni in cui si sono raccolte più firme digitali per numero di abitanti. Entrando nel merito di Nord, Centro e Sud: il 56% delle firme arriva dal Nord (33% dal Nord Ovest e 23% dal Nord Est); dal Centro arriva il 28% e dal Sud il restante 16%. Della totalità dei firmatari online il 92% è residente in 7.278 comuni italiani. Tra quelli che hanno almeno 250 mila abitanti, i primi per numero di firme sempre rispetto agli abitanti sono Bologna, Milano e Firenze.

Voglia di partecipazione democratica soprattutto per le giovani donne

Marco Cappato, Tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni, ha sottolineato un aspetto importante di questi dati: «La voglia di partecipazione democratica è sentita soprattutto dalle giovani donne, che sono le prime a mobilitarsi su temi che riguardano direttamente la vita di ciascuno». In un paese in cui, come risulta sempre più evidente, la firma digitale fa la differenza «il cliché dei giovani disinteressati alla politica riguarda semmai la politica politicante dei partiti (non a caso nessuno dei grossi partiti italiani ha preso posizione sui referendum), ma non la politica che cerca di dare risposte concrete ai problemi».

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