Facebook aveva messo il flag a un contenuto di Reason, ma poi ha ammesso l’errore

L'esperienza è stata raccontata dallo stesso estensore dell'articolo, Robby Soave

29/12/2021 di Redazione

Problema moderazione dei contenuti su Facebook, in epoca di Covid-19. Il racconto di Robby Soave, giornalista del magazine Reason (di orientamento liberale), fa parecchio riflettere sulla modalità con cui la piattaforma sta gestendo alcuni contenuti estremamente complessi, in un momento storico in cui la capacità di attenzione dell’utente è talmente bassa da fermarsi, quando va bene, al titolo. In base alla sua testimonianza, Facebook avrebbe messo un flag (oscurando parzialmente il contenuto) a un articolo di Robby Soave, all’interno del quale si dava conto di come uno studio partito da dati statistici non particolarmente attendibile sia stato alla base della decisione del CDC di introdurre le mascherine nelle scuole. La motivazione in base alla quale Facebook aveva oscurato questo contenuto non sembrava lasciare spazio a interpretazione: «Indossare le mascherine può aiutare a limitare la trasmissione di SARS-CoV-2 nelle scuole».

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Reason e la moderazione di Facebook sbagliata

In realtà, afferma Robby Soave, lui non aveva mai affermato che le mascherine nelle scuole non aiutino a limitare la trasmissione del virus. Semplicemente aveva contestato, esattamente come altre testate avevano fatto, la raccolta dei dati dello studio scientifico su cui il CDC si era basato per prendere la decisione. L’analisi era stata condotta dai fact-checkers indipendenti di Science Feedback, che – come altri fact-checkers indipendenti (diverse realtà sono presenti anche in Italia) – esaminano i contenuti pubblicati su Facebook ed esprimono i loro feedback sull’attendibilità di questi ultimi.

Quando i fact-checkers indipendenti rilevano dei gravi problemi nell’articolo, lo segnalano attraverso un’etichetta aggiunta sul contenuto, in modo tale da oscurarlo e da bloccarlo fino a quando il lettore non sia consapevole del lavoro di fact-checking realizzato su quello stesso contenuto. Era esattamente quello che era successo all’articolo di Reason. Robby Soave, a questo punto, ha chiesto delle spiegazioni e Facebook ha immediatamente fornito una risposta: «Abbiamo dato un’altra occhiata all’articolo di Reason e confermiamo che la valutazione è stata applicata per errore a questo articolo – hanno comunicato dal social network – Il flag è stato rimosso. Ci scusiamo per l’errore».

Al di là di quello che, effettivamente, può essere stato un disguido dovuto a una mancanza di attenzione da parte dei fact checkers indipendenti, la domanda che ci si pone è: quanto Reason è stato penalizzato in seguito a quell’aggiunta del flag da parte di Facebook e in che modo il social network assicura che questi casi non siano frequenti, ma soltanto sporadici? Ne va della correttezza dei processi informativi. Nonché della trasparenza della piattaforma.

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