Ranucci risponde a Giorgia Meloni: «Abbiamo analizzato dati oggettivi. Ci inviti alla conferenza»

29/10/2019 di Enzo Boldi

Il «servizio bambinesco» di Report non è piaciuto a Giorgia Meloni perché rivela, utilizzando i freddi numeri oggettivi (per definizione) una strana situazione che si è verificata sui suoi profilo social. Si tratta di quelle migliaia di bot che condividevano e fagocitavano la campagna elettorale (sempre via social network) della leader di Fratelli d’Italia. E proprio la politica romana ha attaccato la trasmissione condotta da Sigfrido Ranucci, con toni molto forti e con l’annuncio di una conferenza stampa per smentire quanto ricostruito e andato in onda lunedì sera su Rai3.

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«Abbiamo fatto un’analisi su dati oggettivi. Abbiamo parlato di anomalie su alcuni account e abbiamo chiesto conto di questo alla Meloni – ha dichiarato Sigfrido Ranucci all’AdnKronos, in risposta al tweet polemico pubblicato dalla leader di Fratelli d’Italia nella tarda serata di lunedì -. Se lei farà, quindi, questa conferenza stampa con dei dati, le chiediamo di farci la cortesia di invitarci come noi siamo andati da lei a chiedere conto».

Ranucci chiede lumi a Giorgia Meloni

In attesa di questa chiamata per smentire le ricostruzioni fatte da Report, Ranucci pone il mirino su questioni che vanno molto al di là di quel tweet di Giorgia Meloni che replica senza mai entrare nel merito di quanto andato in onda. «A me, piuttosto interesserebbe capire cosa dice la politica sul fatto che venga consentito a un politico, dietro pagamento, di filtrare messaggi ai minori dai 13 ai 17 anni, per alimentare la fabbrica della paura, quella secondo cui chi governa possa rubargli la merendina, con il rischio di inculcare l’idea a chi non ha filtri per decriptare, o è culturalmente più debole».

L’attesa per la conferenza stampa

E in attesa dei riscontri e dell’invito, Ranucci sottolinea ancora come non sia stata proferita alcuna parola sul linguaggio utilizzato sui social, sulle varie fake news smentite ma ancora presenti sulle bacheche di questo o quel profilo dei politici che usano slogan e modi di fare tipici dell’ultradestra non solo italiana. Spesso e volentieri, infatti, si scimmiotta un genere letterario (chiamiamolo così) xenofobo e oscuro.

(foto di copertina: ANSA/CLAUDIO ONORATI)

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