Voto su Rousseau, nel quesito il nome del Pd per orientare il voto verso il no?
02/09/2019 di Gianmichele Laino
La democrazia diretta può essere orientata dalle domande. Lo abbiamo visto in occasione dell’incomprensibile quesito per la richiesta di autorizzazione a procedere nei confronti di Matteo Salvini sul caso della nave Diciotti, lo possiamo intuire nel quesito Rousseau scelto dal Movimento 5 Stelle per mettere ai voti l’alleanza di governo con il Partito Democratico. Il sondaggio online – che per i pentastellati è mandatario – si svolgerà in tutta la giornata di domani, 3 settembre, dalle 9 alle 18. Dall’esito della votazione dipenderà la trattativa per la formazione del cosiddetto governo giallo-rosso.
Quesito Rousseau, il testo
Ecco il quesito: Sei d’accordo che il MoVimento 5 Stelle faccia partire un Governo, insieme al Partito Democratico, presieduto da Giuseppe Conte?
Dunque, all’interno della domanda compaiono sia i nomi del Partito Democratico, sia quello di Giuseppe Conte. Il primo nome ha un potere psicologico molto più vasto rispetto al secondo nella community degli iscritti (non si conosce il numero esatto, ma Di Maio – nell’ultima votazione – ha parlato di ‘record mondiale‘ quando hanno votato poco più di 50mila iscritti). Potere psicologico perché lo zoccolo duro del Movimento 5 Stelle quando vede il nome del Partito Democratico si infiamma. E allora, chi conosce bene il meccanismo interno ai pentastellati pensa a una mossa di Davide Casaleggio – contrario all’accordo di governo e tendenzialmente favorevole a una ripresa del dialogo con la Lega di Matteo Salvini – per orientare quantomeno psicologicamente il voto verso il no.
Quesito Rousseau, l’inserimento del nome del Pd per orientare il voto?
Non è un caso che nei giorni scorsi, all’interno del Movimento, ci fosse stata una discussione sull’inserimento del nome del Partito Democratico nel quesito, che poteva essere formulato in mille modi diversi. Alla fine, però, l’ala del M5S favorevole all’accordo spera che il nome di Giuseppe Conte possa fare da contraltare. La sua popolarità nell’elettorato – che ormai percepisce lui come una vera e propria alternativa a Luigi Di Maio – potrebbe portare qualcuno a ‘turarsi il naso’ e a votare per il sì.
Basterà evocare l’avvocato del popolo per cancellare, dalla mente degli iscritti, le sensazioni negative che il solo nome del Pd riesce a provocare nella base più conservatrice del Movimento 5 Stelle?
FOTO: IL BLOG DELLE STELLE