Perché le Regioni ‘torneranno gialle’ lunedì e non domenica

La scadenza delle vecchie ordinanze non combaciano con l'iter che abbiamo conosciuto finora

29/01/2021 di Enzo Boldi

Si è creata grande confusione nel tardo pomeriggio di oggi, dopo la notizia delle nuove ordinanze firmate dal Ministro della Salute Roberto Speranza. All’inizio molti quotidiani (che poi si sono corretti) avevano parlato del passaggio in zona gialla (delle Regioni ‘declassate’ da quella arancione) a partire da domenica 31 dicembre. Ma non è così. La risposta alla domanda «Quando diventa zona gialla la mia regione?» è nel testo della precedente ordinanza firmata dal Ministero della Salute.

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Lazio, Piemonte, Veneto, Emilia-Romagna, Calabria, Liguria, Friuli Venezia Giulia, Marche, Abruzzo saranno arancioni fino alla mezzanotte tra domenica e lunedì. Poi ci sarà il passaggio nella fascia inferiore di rischio. Perché lunedì e non domenica? Perché la precedenza ordinanza firmata dal Ministero della Salute ha come scadenza il 31 dicembre (quindi domenica) e non sarà rinnovata. Quindi si attende la sua naturale scadenza prima di dare il via libera all’entrata in vigore di quella firmata nella giornata di oggi.

Quando diventa zona gialla la mia Regione?

Dopo aver chiarito la confusione delle ultime ore, facciamo una mappa, a colori, dell’Italia dopo l’ultima ordinanza firmata da Roberto Speranza. In zona arancione troviamo la provincia autonoma di Bolzano e Sicilia (che passeranno dal rosso all’arancione domenica), oltre a Umbria, Puglia e Sardegna, già arancioni dalla scorsa settimana. In zona gialla troviamo Valle d’Aosta, Piemonte, Liguria, Lombardia, Trentino, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia-Romagna, Toscana, Marche, Lazio, Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata e Calabria.

Nessuna zona rossa

Non ci sarà nessuna zona rossa: i dati degli ultimi rilevamenti pubblicati dall’Istituto Superiore di Sanità non hanno evidenziato Regioni ad altissimo rischio (quello considerato critico). Il trend epidemiologico nel nostro Paese, infatti, è in netto e costante calo rispetto a quello rivelato negli ultimi mesi. Per questo motivo, secondo i parametri, non c’è alcuna zona inserita all’interno del livello massimo di rischio.

(foto di copertina: foto IPP/zumapress)

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