Quando Berlusconi fondò Sky

TROPPA INGORDIGIA – Nel 1985, alla morte del fondatore Axel Springer, Kirch ha comprato il tabloid Bild. Nei primi anni ’90 ha fondato anche le prime pay tv europee, in collaborazione con soci del calibro di Silvio Berlusconi (diventando anche azionista di minoranza di Mediaset), per lanciare al meglio le sue pay tv ha acquistato in grandi quantità i diritti di eventi sportivi, come la Formula 1, la Bundesliga e il campionato del mondo di calcio, tuttavia saranno proprio questi grandi investimenti in campo sportivo a portare il Kirch Group all’insolvenza il giorno 8 aprile 2002.

MURDOCH RACCOLSE I COCCI – Il colosso satellitare tedesco creato in quegli anni dal gruppo Kirch in collaborazione con Bertelsmann e Canal +, ovvero Premiere, venne prima preso in gestione dal fondo d’investimenti Permira, e questo avvenne nel 2003, poi venne ceduto ad un’azienda che decise che era arrivato il momento di rilanciare il marchio. Quest’azienda si chiama News Corporation e decise di chiamarla Sky. Sky Deutschland. Sky si è quindi impegnata a raccogliere ciò che in 20 anni l’imprenditoria italiana e non solo si è limitata a piantare senza essere in grado di cogliere alcunché. O meglio. Raccolse i cocci di quella che a tutti gli effetti fu l’ennesima speculazione dell’etere italiano. Ancora una volta il protagonista è solo uno, Silvio.

IL RUOLO DI RENATO DELLA VALLE – Franco Bassanini, ex deputato del Pds, dalle colonne dell’Unità nel 1994 lanciò un grido d’allarme relativo proprio allo stato di Telepiù. A seguito dell’uscita di Vittorio Cecchi Gori dall’azienda, il nuovo assetto si è sviluppato nel seguente modo:  Leo Kirch (34%), Nethold of South Africa (33%), Renato Della Valle (23%, molto vicino a Berlusconi) e Fininvest (10%). Ed è proprio Renato Della Valle a far scatenare i dubbi più grandi. Di mestiere è un immobiliarista ed è molto vicino a Silvio Berlusconi. Per quale motivo una persona con nessun interesse nel mondo della televisione debba impegnare un sacco di soldi -228 miliardi non suoi, come vedremo- in un’azienda in perdita, e parliamo di una chiusura in rosso nel 1995 di 120 miliardi.

LA NECESSITA’ DI AGGIRARE LA LEGGE MAMMI’ – Il sospetto è che il coinvolgimento di Della Valle sia stato giustificabile con il tentativo da parte di Fininvest di aggirare la legge Mammì possedendo di fatto più del 10 per cento consentito dalla Legge. Le norme prevedevano poi che in caso di mancato rispetto dei vincoli si sarebbero automaticamente perse le frequenze. Bassanini denunciò la cosa ed un anno dopo Kirch, che nel frattempo era diventato azionista di minoranza al 7,6 per cento di Mediaset, vendette a Vivendi. In sostanza Berlusconi possedeva di fatto Telepiù dopo l’allontanamento di Cecchi Gori, ma non sapeva come farla fruttare visto che aveva un modello di business totalmente diverso dalle altre reti.

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