Quali sono le tecnologie 5G più avanzate e quale viene utilizzata in Italia

Strumenti in continua evoluzione che, però, non sono ancora pienamente sfruttati nel nostro Paese

04/04/2023 di Enzo Boldi

Il futuro si chiama 5G, ma il presente è fatto di resistenze e impossibilità economiche di provvedere con l’ammodernamento della rete. Questo è il quadro che emerge andando a consultare i report (anche quelli europei) sull’evoluzione della connettività nel nostro Paese. Al netto delle vicissitudini politiche – come il caso della Lega che ha bloccato, nel ddl Concorrenza, l’aumento del limite elettromagnetico su cui stava lavorando il governo di cui fa parte il partito di Matteo Salvini -, ci sono anche degli aspetti meramente pratici che nel corso degli ultimi anni hanno portato a una copertura molto alta del territorio, ma con standard molto bassi. Nonostante ci sia la possibilità di attingere a un bacino di tecnologie 5G molto variegate e performanti.

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I dati Desi e l’ultimo report sull’Italia di OpenSignal mostrano una serie di contraddizioni all’interno della cornice in cui è dipinto il quadro del 5G in Italia. Ne abbiamo parlato in un precedente approfondimento, con tanto di tabelle e indicazioni sulle virtù nostrane (come il tasso di crescita della copertura 5G) e tutte le pecche che ci rispediscono agli ultimi posti delle graduatorie per quel che riguarda la velocità di connessione e di download (con una differenza minima, su questo parametro, con quel che accade con i dispositivi che non possono varcare la soglia del 4G).

Tecnologie 5G, le più avanzate e quelle usate in Italia

E proprio da quei numeri emerge una situazione tutt’altro che rosea: perché se è vero che il range di copertura del 5G nel nostro Paese è molto vicino al 100% (si prendono in considerazione le aree più popolose) – come si evince dal report DESI -, è altrettanto vero che tutto ciò avviene solamente sfruttando una (la meno performante) delle tecnologie 5G sviluppate nel corso degli ultimi anni: il Dynamic Spectrum Sharing. La realtà globale, invece, mostra un’altra serie di possibili soluzioni in grado – per esempio – di abbassare al minimo la latenza e innalzando sia la velocità di navigazione che quella di download. Andiamo a scoprire di cosa stiamo parlando.

Il Dynamic Spectrum Sharing

Partiamo proprio dal DSS, quella tecnologia maggiormente utilizzata in Italia per garantire una copertura più elevata del segnale 5G. Il suo funzionamento è spiegato nel suo nome: condivisione dinamica dello spettro di frequenza. Questo vuol dire che gli operatori di telecomunicazioni hanno la possibilità di utilizzare contemporaneamente e simultaneamente le due bande di frequenza (5G e 4G). Si tratta di un sistema che, dunque, permette di ampliare il raggio di copertura della connessione a internet attraverso mobile. Tutto ciò, però, può provocare alcuni svantaggi (e per questo, visto che buona parte della copertura in Italia è diffusa attraverso questa tecnologia, la velocità di connessione è così bassa nel nostro Paese) che portano a un utilizzo molto scarso della rete 5G:

  • il potenziale degrado delle prestazioni di rete, con annessa riduzione della velocità nella trasmissione dati;
  • la possibile interferenza tra le reti 4G e 5G (per via del principio dello sharing);
  • la complessità nell’implementazione, perché questo sistema prevede l’utilizzo di tecnologie avanzate per gestire la banda di frequenza, sfruttando anche algoritmi intelligenti;
  • il possibile conflitto con le altre tecnologie presenti che, utilizzando le stesse bande di frequenza (come le Wi-Fi o le reti satellitari), potrebbe portare a ostacoli sulle funzionalità;
  • il maggiore consumo a livello energetico per via della gestione della banda di frequenza più complessa.

Per questi motivi c’è grande scetticismo sul reale funzionamento attuale delle rete 5G in Italia, visto che la gran parte della copertura arriva attraverso questa tecnologie.

Il Non Stand Alone

Il 7,3% dell’intera copertura totale del 5G in Italia, invece, arriva attraverso il sistema Non Stand Alone 5G (NSA 5G). In pratica, si sfrutta la rete 4G già esistente con un obiettivo: trasmettere le informazioni di controllo tra la stazione base e il dispositivo utente. Dunque, il segnale (parliamo, ovviamente, sempre di trasmissione e ricezione dati) viene trasmesso utilizzando la rete 5G, ma il segnale di controllo viene trasmesso sfruttando la rete 4G. Si tratta, dunque, di una soluzione rapida per poter implementare la tecnologia di 5^ generazione sfruttando infrastrutture già esistenti (come quelle del 4G e LTE). Un pregio che, però, racchiude in sé anche alcuni difetti:

  • la dipendenza totale dalla rete 4G che potrebbe limitare la flessibilità;
  • la possibilità di incorrere negli inevitabili limiti alla capacità di connessione simultanea di dispositivi;
  • un degrado nelle prestazioni in quelle zone in cui la copertura del segnale 5G è limitata;
  • il possibile aumento dei costi, visto che l’installazione dei nuovi apparati per consentire alla rete 5G di funzionare.

Lo Standalone

Il sistema del futuro, almeno in Italia, potrebbe essere lo Standalone 5G. Già dal nome si possono comprendere delle differenze rispetto al Non Stand Alone: se quest’ultimo è dipendente della infrastrutture già utilizzate per il 4G, lo SA 5G vive su binari completamente differenti e indipendenti. Nel nostro Paese, nonostante una lentezza rispetto alle aspettative iniziali, alcuni operatori e fornitori hanno iniziato a sfruttare questi sistemi per garantire non solamente una copertura maggiore, ma anche un segnale 5G puro. Questo vuol dire che con lo Standalone si possono avere: maggiore velocità di connessione (quindi un traffico dati, in invio e ricezione, a maggiore velocità) e possibilità di effettuare download in molto meno tempo. Dunque, una connessione decisamente più veloce. Inoltre, non ci sono più rischi di “interferenza” con le reti 4G, viaggiando autonomamente. E tutto ciò riduce al minimo anche il tempo di latenza (quel lasso di tempo tra la richiesta e la risposta).

Il Fixed wireless 5G

Tra le tecnologie 5G che possono essere utilizzate, troviamo anche il Fixed wirless 5G sfrutta le onde radio per fornire ai clienti la connessione a internet a una velocità più elevata rispetto al passato. Non occorrono, ovviamente, né cavi e fibre ottiche e – quindi – consente di far arrivare le linee internet anche nelle zone più rurali.

Tecnologie 5G in Italia

Dunque, l’evoluzione tecnologica ha portato a dei costanti aggiornamenti. Ma l’ecosistema italiano, nonostante un apparente copertura del 5G è ancora lontana dall’essere arrivata a standard ottimale. Molte aziende hanno iniziato, fin dal 2019, a utilizzare strumenti di integrazione e di implementazione per sfruttare i sistemi già esistenti. Ma questa dinamica ha portato a un poco percepibile aumento della qualità di navigazione da mobile.

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