Twitter e Meta agiscono contro la propaganda anche quando allineata con gli interessi Usa

Questo quanto emerge da un rapporto che ha analizzato la propaganda Usa su Twitter e Facebook andata avanti per anni, in maniera simile a quella della Russia per le elezioni del 2016

25/08/2022 di Ilaria Roncone

«Questi risultati svelano quelle che riteniamo essere le prime grandi operazioni segrete a favore dell’America e dell’Occidente identificate e sospese da Twitter e Meta»: si apprende da Renée DiResta, responsabile per la ricerca effettuata da Stanford Internet Observatory (SIO) e da Graphika, che ha portato alla luce le ingerenze degli Usa per influenzare paesi come Russia, Cina e Iran tramite Facebook e Twitter (una vera e propria campagna di propaganda Usa Twitter e Facebook andata avanti per anni).

Si tratta di uno stile di propaganda simile a quello che la Russia ha adottato nel 2016 per interferire con le elezioni Usa. Tra meme, petizioni, fake news e foto modificate tramite l’intelligenza artificiale per dare un volto a chi non esiste, propaganda e hashtag vengono fatti anche dagli Stati Uniti stessi e – secondo la ricerca – Twitter e Facebook (che nascono e hanno la loro sede principale proprio lì) agirebbero contro questo tipo di contenuti anche in quando si allineano con gli interessi Usa.

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Propaganda Usa Twitter e Facebook simile a quella degli altri paesi

Si tratta di una notizia che evidenzia l’ovvio – come non manca di sottolineare Vice, riportando la testimonianza resa a Motherboard, che ha dato voce ai ricercatori -, ma è fondamentale capire in che misura gli Stati Uniti facciano propaganda politica per i propri interessi. E come rispondano i social, che di quei messaggi sono veicolo. Proprio questo al centro del lavoro dei ricercatori dello Stanford Internet Observatory (SIO), che hanno individuato i punti in comune della propaganda Usa sui social con quella di paesi come la Russia.

Caratteristiche? Influenza fatta con contenuto in lingua russa, durata di molti anni (alcuni degli account individuati erano attivi già dal 2012 ma la maggiore concentrazione di pubblicazione si riscontra dall’estate 2019 fino al 2022), diffusione fake news, creazione di account falsi con foto profilo modificate con l’intelligenza artificiale, meme, card e copia incolla manipolati. Lo scopo è minare e influenzare le politiche di stati come Russia, Cina, Iran – in generale governi autoritari – con una serie di profili e account. In termini di dati, parliamo di 299.566 tweet di 146 account su Twitter e 39 profili, 16 pagine e due gruppi su Facebook. Anche Instagram è coinvolto, con 26 account dedicati.

Tutti gli account sono stati bloccati da Meta e Twitter

Dopo l’azione di blocco della propaganda Usa, Meta e Twitter hanno consegnato dati ai ricercatori – come si legge nel rapporto -. Nel rapporto si legge che «l’indagine congiunta ha trovato una rete interconnessa di account su Twitter, Facebook, Instagram e altre cinque piattaforme di social media che utilizzavano tattiche ingannevoli per promuovere narrazioni pro-occidentali in Medio Oriente e Asia centrale» che agivano per promuovere opinioni, valori e obiettivi Usa.

Scendendo maggiormente nel dettaglio, questi account comprendevano falsi personaggi legati a media che diffondono notizie false copiando e incollando lo stesso testo anche tramite altri profili. Le solite richieste di “riflessione” tipica di questa tipologia di contenuto propagandistico veicolavano non necessariamente fake news ma contenuti manipolati e pubblicati in modalità coordinate vietate dalle piattaforme su cui venivano diffusi.

Altro campanello d’allarme, le traduzioni spesso e volentieri scadenti (in un caso specifico, un articolo era stato tradotto in inglese dall’ucraino per poi essere tradotto in russo). C’è poi tutta una parte incentrata sulla grafica e sulle immagini modificate tramite intelligenza artificiale – partendo, di base, dalle foto di attori per esempio – per far credere che si tratti di profili veri.

Quali sono stati i risultati di queste campagne?

Secondo i ricercatori, non c’è stato molto seguito. I falsi account non hanno ottenuto chissà quale coinvolgimento, con giusto qualche manciata di like e retweet. Solo il 19% dei profili in questione, inoltre, contava oltre 1000 follower su Twitter.

Se da parte di Meta è stato chiarito che il paese di origine dei contenuti sono gli Stati Uniti, Twitter parla di origine presunta tra Usa e Gran Bretagna (in particolare, facendo riferimento a uno strumento che permette di analizzare i dati tecnici delle geolocalizzazioni più frequenti). Facebook ha anche fatto sapere, parlando con Motherboard, che questa è la prima rete estera filo-statunitense sulla quale interviene.

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