Stampa e politica italiane non si fanno scrupolo di condividere il video di uno stupro
Il video dello stupro di Piacenza è finito sulla bacheca di Giorgia Meloni per fare propaganda in vista delle elezioni
22/08/2022 di Ilaria Roncone
La politica senza limiti prevede, tra le altre cose, la strumentalizzazione di fatti e storie. La stampa sfrutta quegli stessi fatti per fare click. L’Italia quest’oggi, ad appena meno di cinque settimane al voto, si sveglia col video stupro Piacenza sulle bacheca di Giorgia Meloni e su diverse testate di portata nazionale. I fatti (che, noi come altre testate, ci limiteremo solo a riportare per dovere di cronaca senza dare ulteriore diffusione al video in questione): un uomo di 27 anni, attualmente richiedente asilo in Italia, ha aggredito una donna di 55 anni ucraina violentandola su un marciapiedi nel centro storico e in pieno giorno. A dare l’allarme è stato un residente che ha sentito le urla, permettendo così alla polizia di arrivare sul posto conducendo l’uomo in questura e portando la donna in ospedale.
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Quel click a tutti i costi
Un video del genere, nel meccanismo di quella stampa che campa basandosi sui click, fa purtroppo buon gioco. Ecco spigata la ragione della comparsa di un video del genere – che, seppure censurato a livello visivo, non lascia nulla all’immaginazione a livello uditivo – su testate nazionali del calibro del Messaggero. Pur di ottenere il click e di creare empatia col lettore, dando un tipo di contenuto che suscita interesse morboso nella maggior parte delle persone, i giornali sembrano non fermarsi per fare le riflessioni necessarie trattando un caso delicato quanto questo. Riflessioni che, se anche ci fossero state, hanno evidentemente dato vita alla scelta sbagliata.
Video stupro di Piacenza, dal giornale alla bacheca di Giorgia Meloni
La possibilità di condividere un video del genere fa gola a chi basa la sua politica sulla lotta all’immigrazione e – in questo caso – si trova davanti la storia di un uomo che ha avviato le pratiche per chiedere asilo come rifugiato in Italia. Matteo Salvini – che ha pubblicato il caso di cronaca sulla sua bacheca già nel primo pomeriggio della giornata stessa dell’evento – ha scelto di utilizzare lo screen di un articolo di giornale parlando dell’impegno della Lega per garantire maggiore sicurezza con la promessa elettorale di «10.000 poliziotti e carabinieri in più nel 2023, più telecamere accese e blocco degli sbarchi clandestini».
Giorgia Meloni, che sta correndo più forte di tutti gli altri perché l’ambizione è quella di diventare la prima Presidentessa del Consiglio, non si fa scrupoli in questo caso e sceglie di condividere anche il video della perfetta storia da strumentalizzare per fini politici di chi contrasta l’immigrazione. Il fatto va denunciato, lo stupratore deve pagare (a prescindere dalla nazionalità sua e da quella della vittima) ma scegliere di condividere un video del genere, strumentalizzando la disgrazia avvenuta a una donna, è una scelta che sfocia nella pornografia del dolore e che è stata palesemente fatta perché lo stupratore è un uomo richiedente asilo. Come ricostruito su NextQuotidiano, infatti, per il caso di Pavia che ha visto un uomo italiano di 63 anni abusare di una 14enne appena qualche giorno fa non è finito sulle bacheche di nessun politico della destra italiana.