Il papà che ha ucciso il figlio di 11 anni: «Potrai separare i nostri corpi, ma non le nostre anime. Chiedo silenzio»

Poi, l'invito ai bikers di accompagnarli nel loro ultimo viaggio

21/09/2020 di Redazione

Un lungo post su Facebook che riporta la memoria a pochi mesi fa, quando nel Lecchese, il papà di Margno aveva ucciso i suoi due gemellini. Quanto accaduto a Rivara, sembra avere un precedente per quanto riguarda l’utilizzo dei social network e i messaggi che tragicamente si diffondono a partire da Facebook, quando i delitti stanno per compiersi. In un lungo post Facebook, il papà di Rivara che ha ucciso il figlio di 11 anni ha voluto chiarire le cause del suo gesto, ha voluto spiegare l’origine del suo malessere e ha anche fatto alcune richieste.

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Post Facebook papà Rivara: la spiegazione del gesto e dell’uccisione del figlio di 11 anni

Il post è rivolto alla sua compagna, dalla quale stava vivendo una lunga separazione. Claudio Baima Poma, infatti, ha spiegato che a causa di forti dolori alla schiena aveva quasi perso l’uso completo di una gamba. Questo malessere fisico era diventato improvvisamente un malessere psicologico, che lui stesso ha definito depressione. Nel post ha lamentato l’assenza della sua compagna in questa fase della sua vita.

Scorrendo sulla sua bacheca, gli ultimi mesi di vita di Claudio Baima Poma, tuttavia, sembrano tranquilli. La passione per la motocicletta lo aveva portato spesso a fare gite fuori porta, in compagnia del figlio di 11 anni che è stato ucciso questa notte da un colpo di pistola. Nel post, scritto poco prima di compiere il gesto estremo, si leggono frasi inquietanti.

Post Facebook papà Rivara, la richiesta di silenzio

«Noi partiamo per un lungo viaggio dove nessuno ci potrà dividere, lontano da tutto, lontano dalle sofferenze – si legge -. Potrai separare i nostri corpi ma non le nostre anime, perché saranno sempre l’una accanto all’altra. A. e il suo papà per sempre insieme». In coda, invece, arriva una richiesta: «Vorrei il silenzio, per la famiglia dei miei genitori e di mia sorella. Ai bikers, invece, chiedo di accompagnarci nel nostro ultimo viaggio».

Le similitudini con quanto accaduto a Margno sono evidenti, quasi una sorta di emulazione. Persino il messaggio che accompagnava una foto con i figli in gita in montagna sembra lo stesso rispetto a quello lasciato dal papà di Rivara. Per quanto riguarda il delitto di Margno, l’uomo che uccise i suoi due gemelli in una casetta di montagna, dove si erano recati per un periodo di vacanza, aveva lasciato alcune testimonianze in cui si evinceva come non avesse superato la separazione dalla moglie. Un tentativo di colpevolizzazione per un gesto inaccettabile. Attenzione a cadere, anche in questa circostanza, nello stesso errore.

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