Facciamo un po’ di chiarezza sulla dichiarazione dell’ex capo della Procura della Figc sul caso Pjanic-Rafinha

03/05/2020 di Enzo Boldi

A oltre due anni di distanza, vista anche l’astinenza da pallone, una dichiarazione dell’ex capo della procura federale delle Figc ha riacceso la contesa tra i tifosi dell’Inter e quelli della Juventus. Argomento del dibattito sono le parole rilasciate da Giuseppe Pecoraro sull’episodio-chiave di quel match di San Siro tra nerazzurri e bianconeri del 28 aprile del 2018. Una sfida vinta dai futuri campioni d’Italia in rimonta, con il punteggio di 2-3, dopo alcune decisioni arbitrali che hanno lasciato più di una perplessità. In particolar modo allo scontro Pjanic-Rafinha che avrebbe potuto (o dovuto) portare alla seconda ammonizione del centrocampista bosniaco.

LEGGI ANCHE > La circolare del Viminale: sì agli allenamenti individuali anche per gli sport di squadra

Era il 28 aprile di due anni fa e a San Siro si disputava un match che, poi, avrebbe indirizzato il titolo – per l’ennesima volta – verso la sponda bianconera di Torino, con il Napoli che (il giorno dopo) cadde rovinosamente a Firenze dicendo addio al sogno scudetto. L’Inter, dal 18° del primo tempo si trovava in campo con 10 uomini per l’espulsione di Vecino. Pochi minuti dopo arrivò l’ammonizione anche per Pjanic che, nel secondo tempo, fu protagonista di una dura entrata sul Rafinha, senza però ricevere il secondo giallo. Dunque, senza essere espulso.

Pjanic-Rafinha due anni dopo (le dichiarazioni di Pecoraro)

Queste le parole di Giuseppe Pecoraro a Il Mattino su quell’episodio: «Chiesi all’Aia e poi alla Lega, ai soli fini conoscitivi, i dialoghi audio-video tra Var e arbitro di quella partita. Ce li diedero solo a inizio del campionato successivo. Apriamo il file e l’unico episodio in cui non c’è audio registrato era l’unico che ci importava: quello tra Orsato e il VAR che aveva portato alla mancata espulsione di Pjanic. C’erano i colloqui di tutto tranne che di quello. Mi dissero che non c’era e basta. Io sono certo che non ci sia stato dolo, ma ero obbligato a procedere, anche perché dovevo dare delle risposte a quegli esposti. Alla fine ho archiviato».

Cosa dice il protocollo Var

Che lo scontro Pjanic-Rafinha potesse meritare un secondo cartellino giallo è una valutazione legittima e – viste le immagini – anche quasi inevitabile. L’arbitro della gara, Daniele Orsato, invece decise di non ammonire per la seconda volta il centrocampista bosniaco, permettendo alla Juventus di concludere la partita in superiorità numerica. Ma il protocollo Var – che, per questa regola, è lo stesso vigente ora – non permetteva agli assistenti al Var e A-Var di intervenire. Il supporto, infatti, può avvenire solamente se un tackle è valutato da cartellino rosso diretto. Non per le singole ammonizioni. Insomma, i tifosi che sono tornati a parlare di questo caso possono legittimamente protestare per una decisione maturata sul campo, ma le trascrizioni Var sul caso erano superflue perché gli arbitri davanti allo schermo non potevano intervenire per ‘evocare’ la seconda ammonizione del calciatore della Juventus. Discorso diverso se si fosse intervenuti per un’espulsione diretta, cosa che evidentemente non è stata valutata all’epoca. Sta di fatto che quanto dichiarato da Pecoraro ha aperto un vaso di Pandora, soprattutto per quella registrazione scomparsa.

Share this article