La piattaforma Privacy Shield sta realmente funzionando contro la pirateria?
I dati dopo la 23esima giornata di Serie A sono solamente uno specchio parziale della situazione
10/02/2024 di Redazione Giornalettismo
La 23esima giornata di Serie A è stato il primo banco di prova per la piattaforma Piracy Shield, quello strumento nato per cercare di oscurare – entro 30 minuti – i siti su cui vengono trasmesse illegalmente le partite di calcio. I numeri diffusi da Agcom parlano chiaro: 65 DNS e 8 IP bloccati entro i termini prescritti dalla legge. L’Autorità e il suo Commissario Capitanio hanno esultato per questo risultato, ma forse è troppo presto per farsi prendere da facili entusiasmi. Da venerdì, giorno del primo match Lecce-Fiorentina, a lunedì, giorno del posticipo Roma-Cagliari, non tutti i ticket aperti sulla piattaforma hanno portato a un intervento di oscuramento repentino.
Piracy Shield sta realmente bloccando la pirateria online?
Soprattutto poco prima e durante Inter-Juventus, molti siti pirata sono riusciti lo stesso a trasmettere le immagini del big match. Per fare alcuni esempi: su Google erano indicizzati alcuni portali di “streaming gratis”, così come su alcuni canali e gruppi Telegram sono stati diffusi i link ad alcune piattaforme che – nonostante non avessero i diritti di trasmissione – hanno ugualmente consentito a molti utenti di assistere gratuitamente alla partita. La battaglia contro la pirateria – dunque – è ancora difficile dall’essere vinta.
Nel frattempo, però, un noto servizio di VPN (molto utilizzato anche nel nostro Paese) ha deciso di sospendere la propria attività in Italia. Si tratta di AirVPN che dal 19 febbraio non funzionerà più. L’azienda ha dato la colpa alle criticità provocate dal Piracy Shield, criticando – in particolare – il potere di blocco concesso ad altre aziende private che, in caso di segnalazione errata, non sono neanche tenute a pagare una sanzione. Chissà se anche altri servizi simili decideranno di seguire questa stessa strada nel prossimo futuro.