Le due bufale dette da Pino Insegno annunciando Giorgia Meloni in piazza del Popolo

L'attore e doppiatore romano era sul palco dell'evento di chiusura della campagna elettorale del centrodestra. E lì ha detto due imprecisioni

23/09/2022 di Enzo Boldi

Recitava uno spartito, imparato e ripetuto davanti alle persone presenti in piazza del Popolo per assistere all’evento romano di chiusura della campagna elettorale del centrodestra. Sul palco, ad annunciare l’entrata in scena di Giorgia Meloni, c’era Pino Insegno. Lì, tra una semi-citazione de “Il Signore degli Anelli” – nella versione italiana, il doppiatore ha dato la voce al personaggio di Aragorn -, l’attore romano ha esaltato la figura politica (e di donna) della Presidente di Fratelli d’Italia. Ma per fare questo è incappato in due bufale.

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In tanti, come ormai troppo spesso accade, hanno ferocemente attaccato Pino Insegno per quella comparsata su un palco politico a sostegno di Giorgia Meloni. Altri, invece, hanno ironizzato per la citazione di uno spezzone del film basato sul romanzo scritto da J. R. R. Tolkien. Perché questi sono stati gli highlights di quei pochi istanti in cui l’attore e doppiatore è rimasto sul palco di piazza del Popolo.

«Fratelli miei. Popolo di Roma. Verrà il giorno della sconfitta, ma non è questo il giorno. Oggi combattiamo. Sono qui per presentare una donna straordinaria, senza nulla togliere a tutta coalizione, ovviamente. Una donna, una madre. La prima presidente donna di un partito italiano. La prima presidente donna di un partito europeo. Signore e signori, verrà il giorno della sconfitta, ma non è questo il giorno. Signori: Giorgia Meloni».

Pino Insegno e le bufale su Giorgia Meloni

Fatta questa doverosa premessa, noi non ci concentreremo né sulla sua legittima scelta e libertà di essere lì a presentare Giorgia Meloni, né sulla semi-citazione de “Il Signore degli Anelli”. Perché ci sono altri due passaggi del suo discorso che non sono veritieri. Annunciando l’arrivo della Presidente di Fratelli d’Italia, infatti, Pino Insegno ha esplicitamente detto: «La prima presidente donna di un partito italiano». È un falso storico. Come spiegato qualche giorno fa da Pagella Politica (prendendo come riferimento una stessa dichiarazione fatta da Meloni sugli schermi di Quarta Repubblica, Rete 4), prima di lei ci furono altre donne a ricoprire quell’incarico (equiparando il ruolo della “Segreteria” a quella di “Presidenza” di un partito politico). Partiamo, infatti, dal lontano 1976 quando Maria Adelaide Aglietta venne eletta alla segreteria del Partito Radicale. Qualche anno più tardi (dal 1991 al 1993) stessa sorte toccò a Emma Bonino che poi divenne anche presidente del Partito radicale transnazionale. Poi, nel 1994, il Partito popolare italiano – a causa dei risultati elettorali – decise di affidare il ruolo di Presidente (al posto del dimissionario Mino Martinazzoli) a Rosa Russo Iervolino. Per non dimenticare un’altra figura: Grazia Francescato alla guida dei Verdi (con elezione a Presidente nel 2008). Mentre Giorgia Meloni, a differenza di quanto detto da Pino Insegno, è diventata Presidente di Fratelli d’Italia solo nel 2014, quando vinse da una candidata le primarie del partito nel corso del congresso di Fiuggi.

E non è neanche la prima Presidente donna di un partito Europeo

La seconda bufala pronunciata, in pochi secondi, da Pino Insegno sul palco di piazza del Popolo è: «La prima Presidente donna di un Partito Europeo». L’attore fa riferimento al ruolo conquistato da Giorgia Meloni nel 2020, quando fu nominata Presidente del partito europeo dei Conservatori e Riformisti (Ecr party). Già all’epoca dei fatti, Giornalettismo aveva dedicato a questa “definizione” (anzi, auto-definizione) che si basava su un altro falso storico. Prima di lei, infatti, ce ne furono diverse e due erano anche italiane: Grazia Francescato e Monica Frassoni alla guida dei Verdi. E per quel che riguarda altre donne europee: Colette Flesh fu presidente di Alde dal 1985 al 1990 e Annemie Neyts-Uyttebroeck ricoprì lo stesso ruolo nello stesso partito dal 2005 al 2011. Molti anni prima di Giorgia Meloni. Molti anni prima della nascita di Fratelli d’Italia.

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