La terra non è piattaforma (neanche a scuola)

Google e Microsoft stanno monopolizzando gli strumenti didattici digitali: ma è una buona cosa per la sovranità dei dati?

18/12/2022 di Redazione

Durante la pandemia e il lockdown, l’urgenza di fare didattica a distanza ha portato diverse scuole a dotarsi di strumenti pronti all’uso, come quelli messi a disposizione da BigTech, da Google a Microsoft. Questi strumenti hanno, in più, il valore aggiunto di essere forniti alle scuole in maniera gratuita, in seguito a una serie di policies che le grandi multinazionali hanno portato avanti per i progetti educational, addirittura – in alcuni casi – prima della pandemia. Ma tutto questo è conforme alle regole del gioco nei Paesi europei?

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Il caso della Francia, che ha bandito Google e Microsoft 365 dalle scuole, ci insegna che non si possono bypassare né le regole sulla concorrenza, né quelle sul trasferimento dei dati personali verso Paesi terzi. In Italia, l’unica parte politica che sembra essersi posta il problema è il M5S. L’ex senatrice Maria Laura Mantovani – che abbiamo intervistato – aveva presentato nel 2021 un disegno di legge sull’interconnessione unica nazionale delle scuole, ddl che è stato riproposto sotto forma di emendamento all’ultima legge di Bilancio. Come spesso accade in questi casi, però, l’emendamento è stato ritenuto inammissibile. Con buona pace della sovranità del dato.

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