Parlano tanto di sovranismo, ma l’emendamento sull’interconnessione nazionale della scuola è inammissibile

Si tratta di un disegno di legge presentato già nella scorsa legislatura, nel marzo del 2021 per far fronte ad alcune distorsioni nell'impiego di piattaforme digitali nelle scuole. Adesso è stato considerato inammissibile dalla maggioranza

16/12/2022 di Gianmichele Laino

Per le lezioni a distanza, una chiamata su Google Meet. Per svolgere compiti, assegnare approfondimenti o inviare comunicazioni, il pacchetto di Microsoft 365. Nelle scuole italiane, sembra davvero che Big Tech stia spopolando. Questo per due ordini di motivi: al momento, i servizi prestati sono gratuiti; poi, perché le soluzioni prospettate da Big Tech sembrano essere semplici e alla portata di tutti, anche in un settore – come quello della scuola – in cui l’alfabetizzazione digitale dei principali attori è purtroppo ancora molto scarsa. Per questo si è cercato, già nella scorsa legislatura, di porre un argine al diffondersi di questo oligopolio, cercando di far presente che ci sono problemi evidenti quando queste piattaforme operano negli ecosistemi scolastici italiani e cercando di istituire una interconnessione unica e nazionale delle scuole. Il disegno di legge è stato presentato nel marzo del 2021: il DDL 2142 è stato comunicato alla presidenza del Senato, ma il suo iter è fermo al palo. Per questo, la sua prima firmataria – Maria Laura Mantovani – ha chiesto al suo gruppo di riproporre questo argomento anche per l’attuale legge di bilancio, sotto forma di emendamento. Un emendamento che, però, è stato già dichiarato inammissibile. Insomma, si parla tanto di sovranismo in questa maggioranza, ma quando in gioco c’è la sovranità del dato (e degli strumenti digitali) il grado di approssimazione resta davvero molto alto.

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Interconnessione unica delle scuole, l’emendamento inammissibile

L’esigenza della rete UNIRE – secondo il disegno di legge presentato a marzo 2021 – nasce dalla necessità di prevedere un coor­dinamento delle scuole italiane di ogni or­dine e grado per l’accesso alla rete internet e il relativo trattamento dei dati in loro pos­sesso. L’obiettivo del DDL – e dell’emendamento successivamente presentato in questa legislatura – era uniformare l’accesso a internet nelle scuole, uniformare la trasmissione di dati secondo il principio del cloud first, rafforzare la sicurezza delle informazioni e la loro riservatezza. Il tutto attraverso una società per azioni interamente partecipata dallo Stato, onde evitare anche l’utilizzo di strumenti di Big Tech che possano in qualche modo creare delle complicazioni sul trasferimento dei dati verso Paesi terzi.

Tutti questi elementi erano stati proposti, dal M5S, come emendamento alla legge di Bilancio che dovrà essere approvata entro il 31 dicembre 2022. In base a quanto risulta a Giornalettismo, questo emendamento è stato già dichiarato inammissibile nel lavoro delle commissioni. Una scelta che fa storcere il naso e che si inserisce in un gioco a incastri che, come avviene in ogni mese di dicembre, premia emendamenti che spesso hanno davvero poco a che fare con il bilancio dello Stato.

Il possibile impatto di UNIRE sulla digitalizzazione delle scuole e gli altri emendamenti alla legge di bilancio

La creazione di una rete UNIRE avrebbe anche un impatto economico e inciderebbe in un settore – quello della digitalizzazione – che è ancora appannaggio delle grandi multinazionali di Big Tech e che sottrae invece, all’ecosistema italiano, potenziali spazi di investimento. Non è ancora chiaro il quadro di tutti gli emendamenti alla legge di Bilancio che verranno accolti, ma le sorprese – come ogni anno – non mancheranno. È un po’ triste che – in base ai rumors di queste ore – verranno verosimilmente accolti emendamenti volti a favorire «l’inclusione dei nonni all’interno delle famiglie», ad assegnare contributi per gli animali d’affezione, a incrementare i capitoli di spesa degli impianti ippici, a tutelare la creazione dell’Osservatorio nazionale della transumanza (si tratta di emendamenti proposti dalla maggioranza, nelle sue varie forme) e, al contrario, un passo necessario per la digitalizzazione delle scuole verrà derubricato come inammissibile.

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