Dal M5S arriva la richiesta al ministro Valditara di rinunciare a Microsoft e Google nelle scuole

La richiesta di Maria Laura Mantovani è quella di seguire l'esempio della Francia in merito: il ministro dell'Istruzione transalpino ha dichiarato non conforme l'utilizzo di questi strumenti, anche se gratuito

07/12/2022 di Redazione

Vi abbiamo raccontato cos’era successo in Francia. Nel Paese transalpino, in risposta a un’interrogazione parlamentare, il ministro dell’Istruzione Pap NDiaye ha dichiarato che gli strumenti e le piattaforme educational messe a disposizione da Microsoft e Google – spesso anche gratuitamente – non sono conformi agli attuali regolamenti vigenti nel Paese, non solo in materia di concorrenza, ma anche in materia di trasferimento dei dati personali verso Paesi terzi. Una decisione che, sicuramente, farà scuola nell’Unione Europea e che, adesso, sta diventando una battaglia del dipartimento innovazione del Movimento 5 Stelle. La senatrice Maria Laura Mantovani, anche attraverso le colonne di Agenda Digitale, ha fatto una esplicita richiesta al ministro dell’Istruzione italiano Giuseppe Valditara, affinché monitori sull’utilizzo di Microsoft e Google nelle scuole e nelle università e offra una risposta completa al problema della sovranità digitale all’interno del nostro Paese.

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Microsoft e Google a scuola, l’appello al ministro Valditara

Secondo la senatrice Mantovani, Google e Microsoft «hanno approfittato dell’emergenza pandemica per imporre le loro soluzioni gratuite e per invadere tutti gli spazi della didattica digitale». In effetti, nelle scuole e nelle università gli strumenti didattici messi a disposizione da Microsoft e da Google – visti come dei veri e propri benefattori quando il nostro Paese si era trovato impreparato di fronte alla didattica a distanza, non avendo strumenti proprietari ed efficaci per attuarla in maniera seria – sono tantissimi e sono estremamente diffusi su tutto il territorio nazionale.

Tra l’altro Google e Microsoft – sottolinea la Mantovani – attraverso delle sponsorizzazioni hanno indotto l’utente di diversi portali istituzionali a credere che il ministero dell’Istruzione le avesse scelte e selezionate come strumenti didattici e formativi ufficiali. Pertanto, la senatrice pentastellata ha fatto appello al Codice dell’Amministrazione Digitale per quanto riguarda la concorrenza su questa tipologia di strumento informatico e ha evidenziato come la sentenza Schrems II sul trasferimento dei dati personali verso Paesi terzi (con Google e Microsoft che hanno le loro sedi principali negli Stati Uniti) non sia conforme rispetto a quanto previsto dalle due piattaforme.

Da qui, le richieste al ministro Valditara: individuare, attraverso delle valutazioni comparative, degli strumenti alternativi a Microsoft e Google, che possano essere compatibili con i regolamenti europei; ottenere garanzie del fornitore per l’utilizzo dei dati personali; attuare la sovranità digitale di cui il Paese avrebbe bisogno per essere indipendente e per sganciarsi dalle logiche di Big Tech, soprattutto nel trattamento dei dati personali.

Foto/IPP/Gioia Botteghi – Roma 06/12/2022

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