Non solo Google e Microsoft: le piattaforme italiane per la DAD

Si tratta di alternative nostrane che, tra le altre cose, promettono un trattamento dati in linea con il GDPR con tutti gli accorgimenti necessari per la gestione della privacy

16/12/2022 di Ilaria Roncone

Considerato il ruolo fondamentale che ha assunto la didattica a distanza – ruolo che, come vedremo, continua a mantenere – renderci autonomi rispetto a realtà di Big Tech come Zoom o Teams (anche e soprattutto nell’ottica di una gestione dati massimamente trasparente) è fondamentale. Ne abbiamo parlato con Maria Laura Mantovani, ex senatrice del Movimento 5 Stelle, che continua a sottolineare la fondamentale importanza del renderci indipendenti favorendo al meglio la digitalizzazione dell’istruzione sfruttando alternative italiane – oltre al fatto che, avendo eliminato il ministro della Transizione Digitale, il governo attuale non prevede all’ordine del giorni le tematiche digitali. Tornando al punto, proprio di due di queste alternative, piattaforme DAD italiane, abbiamo parlato con chi le ha fondate.

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Piattaforme DAD italiane, qualche alternativa e la sua storia

Per capire quali e quante possibilità nostrane abbiamo a disposizione quando si parla di piattaforme per la DAD, abbiamo provato a contattare due realtà consolidate: ancheioinsegno.it – proposta per la DAD di Parole O_Stili, progetto sociale di sensibilizzazione contro la violenza delle parole con particolare attenzione al web – mira, dal 2021, a creare un ambiente ideale per la DAD avendo cura di rispettare la privacy degli studenti regolamentando l’accesso dei minorenni. «I dati di ancheinsegno.it – ha spiegato ai microfoni di Giornalettismo la l’ideatrice di Parole O_Stili Rosy Russo -, non fanno riferimento mai agli studenti, quindi non ci sono minori coinvolti all’interno della piattaforma, che viene utilizzata solo dai docenti (quindi tutte persone maggiorenni). I dati dei docenti non vengono utilizzati mai per scopi di marketing, quindi vengono trattati così come da riferimenti del GDPR, assolutamente tutto nella norma e nelle regole. Si tratta di dati che stanno su server italiani e che gestiamo tramite un’azienda che è nostro fornitore, quindi sono dati che assolutamente vengono utilizzati solo per l’utilizzo di schede didattiche e piattaforma».

C’è anche da sottolineare che la realtà di Parole O_Stili ha avuto una crescita enorme nel post pandemia, anche con l’allentarsi della didattica a distanza e il ritorno tra i banchi: «Parlando dei numeri di ancheinsegno.it, non abbiamo registrato un calo dopo la pandemia ma addirittura un aumento. Dallo scorso febbraio 2022 a questo dicembre 2022, c’è stato un incremento degli iscritti superiore al 100%, quindi abbiamo più che raddoppiato il numero degli iscritti in un trend addirittura superiore a quello in piena pandemia».

Abbiamo parlato anche con Laura Fumagalli di MyEdu Plus, «piattaforma digitale , interamente progettata e realizzata in Italia, con le funzionalità più avanzate sia per supportare le lezioni in classe, sia per la didattica a distanza», come si legge sul sito. Si tratta, in sostanza, di un’ottima alternativa all’utilizzo di strumenti come Google Meet o Microsoft Teams nell’ambito della didattica a distanza per diverse ragioni, a partire dalla «nei contenuti editoriali e nell’assistenza dedicata e personale che il nostro help desk offre a tutti gli utenti famiglie e scuole» che le realtà di Big Tech non potrebbero offrire.

Si tratta di una realtà storica che ha numeri di rilievo, come ci raccontano: «MyEdu ha quasi 10 anni di attività ma nasce da una storia molto più lunga, dalle penne e dalle tastiere di redattori, sviluppatori, grafici e formatori che dagli albori degli anni 2000 lavorano nell’ambito della didattica digitale. Negli anni il network MyEdu ha raccolto circa 350 mila utenti tra studenti, insegnanti e famiglie».

Anche in questo caso, come specificato, la piattaforma «opera in conformità al GDPR» e ha visto la pandemia funzionare «da acceleratore, nel senso che ha risvegliato o in alcuni casi innescato una maggiore sensibilità di insegnanti e famiglie sugli strumenti digitali per potenziare la didattica – ci spiega la portavoce -. Anche nel nostro caso questo si è tramutato in un sensibile aumento di interesse e richiesta da parte di scuole e genitori». In particolar modo, MyEdu ha «supportato le lezioni a distanza attivando decine di migliaia di account per le scuole a partire dall’IC di Codogno durante la pandemia».

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