Un paio di proposte per una buona Dad

Come far funzionare una piattaforma efficace: l'analisi di Parole O_stili

23/03/2021 di Gianmichele Laino

In un momento difficile e complesso come quello che stiamo attraversando, con le scuole chiuse in gran parte d’Italia e una ripresa che diventa sempre più a ostacoli, è ormai luogo comune crocifiggere la Dad. Non serve. È dispersiva. Non favorisce il contatto tra studenti. È vulnerabile. È gestita male dai docenti. Critiche che sentiamo ripetere continuamente, in una situazione d’emergenza che – ormai – va avanti da più di un anno. In tutto questo turbinìo di critiche, però, ci siamo chiesti: e se esistesse anche una Dad virtuosa? Possibile che, nell’era del digitale, non sia possibile proporre un sistema educativo alternativo?

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Dad virtuosa, l’esperienza di Parole O_stili

Parole O_stili si sta occupando da anni del comportamento da tenere in rete. Nell’ultimo periodo sta provando ad applicare il suo Manifesto anche alle nuove regole della comunicazione digitale, con la pandemia che ha totalizzato le nostre esperienze sul web. Uno degli obiettivi su cui sta puntando molto è quello di fornire una piattaforma moderna e al passo con i tempi proprio per la Dad.

Si chiama ancheioinsegno.it ed è una piattaforma che parte dai principi della comunicazione non ostile e che viene sviluppata con la collaborazione del ministero dell’Istruzione. Il lancio è stato fatto circa un mese fa e, in questo momento, l’esperimento sta uscendo dalla sua fase beta. «Dal nostro osservatorio – spiega a Giornalettismo Rosy Russo, ideatrice di Parole O_stili – abbiamo avuto modo di analizzare diverse esperienze. Notiamo anche che tante persone, al momento, si sentono impreparate ad affrontare la Dad. Spesso, uno dei pochi strumenti che si ha a disposizione per uscirne fuori è la creatività. Ma da sola non basta. Per questo ancheioinsegno.it sta nascendo con l’esigenza di raccogliere tutte le esperienze virtuose, in maniera tale da renderle fruibili».

Sulla piattaforma avverrà quello che ci si augura possa essere un vero e proprio scambio culturale allargato: le migliori esperienze di docenza sul territorio potranno essere fruite in video in tutte le scuole italiane che utilizzeranno ancheioinsegno.it. Tutto questo nel segno della continuità didattica: «Occorre tenere viva la relazione – prosegue Rosy Russo -: quest’ultima ha successo se lo studente si accorge che dall’altra parte del video c’è qualcuno che tiene a lui. È questo il vero senso della Dad: i progetti di successo non sono soltanto quelli che funzionano perché si fa lezione ballando. Noi adulti abbiamo una grande sfida educativa da raccogliere nei confronti delle nuove generazioni».

Ovviamente, la creatività resta importante. Modelli virtuosi di Dad si possono trovare anche nei profili di insegnanti, come Matilde Maresca, che utilizzano i social network per interagire con i propri studenti. Si possono così scoprire esperienze di studio in cui ragazzi del liceo provano a venderti le triremi degli ateniesi proprio come farebbe Mastrota con un materasso:

 

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L’importanza del tempo in Dad e l’interazione tra studenti

E la creatività fa parte anche delle schede didattiche di Parole O_stili, che saranno a disposizione sulla piattaforma ancheioinsegno.it. Si pensi, ad esempio, all’attività di educazione civica e storia che chiede agli studenti di ideare delle bio per tutti i presidenti della Repubblica, proprio come se fossero utenti di un social network. «Questi materiali – dice Rosy Russo – possono girare nelle stanze virtuali della piattaforma, dove la gestione del tempo sarà importantissima. È inverosimile poter pensare di fare due ore di lezione frontale al pc. In un modello di Dad virtuosa, l’ideale sarebbe alternare brevi spiegazioni da circa un quarto d’ora ad attività di gruppo dei ragazzi: in questa maniera sono portati sempre di più a responsabilizzarsi». Un modo, quindi, per evitare quel clamoroso effetto buco che sempre Parole O_stili, insieme all’Istituto Toniolo e basandosi su dati Ipsios, ha potuto documentare: dopo un anno di didattica a distanza, oltre il 40% degli studenti ha percepito un peggioramento nelle proprie attività di studio e il 65% fatica a seguire le lezioni. Il 96% durante la DAD ha chattato con i compagni, l’89% è stato sui social media, l’88% ha consumato cibo e il 39% ha cucinato. L’alternanza tra spiegazioni e operatività potrebbe sicuramente ottimizzare il tempo trascorso al pc, in un momento in cui persino Google ha pensato di cambiare i paradigmi per misurare il tempo di utilizzo dei dispositivi mobili, sottraendo le ore dedicate alla Dad dal computo totale.

Infine l’argomento più spinoso, quello della sicurezza informatica delle piattaforme. «Alcune hanno lavorato bene sulla sicurezza – conclude Rosy Russo -, ma non si può non prendere in considerazione il famoso fenomeno delle “incursioni durante la Dad“. Io stessa ne sono stata vittima. Il problema è a monte: manca l’educazione digitale, manca la consapevolezza di come si abita la rete. Esiste una cittadinanza offline, sicuramente. Ma oggi più che mai esiste anche una cittadinanza online. Per questo, tra le nostre proposte, c’è quella di introdurre un’ora di educazione digitale nelle scuole».

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