La richiesta di un Natale senza Amazon in tempi di pandemia

I piccoli rivenditori sotto Natale soffrono, come ogni anno e stavolta anche di più, del massiccio ruolo di Amazon nelle vendite

18/11/2020 di Ilaria Roncone

Questo il fulcro centrale della petizione che arriva dalla Francia. Petizione firmata, tra gli altri, da nomi quali la sindaca di Parigi Anne Hidalgo e l’ex ministra dell’ambiente Delphine Batho. Tra le associazioni firmatarie della petizione lanciata ieri troviamo anche Greenpeace. La proposta è stata lanciata sotto l’hashtag #NoelSansAmazon ed è stata scritta, in parte, come lettera a Babbo Natale chiedendo di favorire i piccoli commercianti di quartiere e di contribuire con una serie di leggi a fermare lo strapotere di Jeff Bezos nelle vendite.

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«Caro Babbo Natale, ci impegneremo per un Natale senza Amazon»

«Quest’anno festeggeremo #NoelSansAmazon. Ci impegniamo a non comprare alcun regalo su questa piattaforma», si legge nella petizione, con un accusa diretta alla piattaforma di e-commerce relativa ai posti di lavoro persi: «Faremo a meno di questa impresa predatrice di posti di lavoro (per un impiego creato da Amazon ce ne sono tra 2,2 e 4,6 distrutti sui nostri territori), predatrice di commercio, predatrice di terre (se contiamo i depositi Amazon oggi allo studio, l’azienda occuperà da sola due milioni di metri quadrati di terre in Francia, ovvero l’equivalente di 185 campi da calcio!), predatrice di aiuti pubblici, utilizzatrice di infrastrutture pubbliche senza partecipare al loro finanziamento», La richiesta al governo Babbo Natale è quella di istituire una serie di leggi che impediscano di costruire nuovi depositi e che contribuiscano a sanare «la concorrenza sleale e all’ingiustizia fiscale punendo i «banditi del digitale» che abusano dei nostri dati personali». Accuse molto dure a cui Amazon France ha risposto sottolineando che «Amazon non rappresenta in Francia che il 2 per cento del commercio al dettaglio» e che «un articolo su due venduto su Amazon lo è attraverso venditori terzi che usano la nostra piattaforma».

Il tempismo della richiesta

In un panorama complicato in cui da anni il commercio online toglie ossigeno alle realtà di vendita – soprattutto quelle più piccole – ci si è messa anche la pandemia. Difficile stabilire quale sia la migliore soluzione in questo inverno particolare, per questo Natale diverso, che vedrebbe nell’acquisto dei regali online la soluzione migliore per evitare di riempire i negozi e creare assembramenti. Il rovescio della medaglia – però – è quella necessità dei commercianti e delle piccole imprese di fatturare, quest’anno più che mai vista la crisi economica portata dal Covid. Solo in Italia il Natale vale – nel mese di dicembre – 25 miliardi di consumi e 700 mila posti di lavoro.

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