In Germania potranno lavorare in corsia anche i medici positivi asintomatici
La comunicazione del ministro della Salute Jens Spahn
13/11/2020 di Redazione
Jens Spahn, ministro della Salute tedesco, è intervenuto nel corso della Giornata dell’assistenza e ha evidenziato un punto dell’emergenza coronavirus estremamente sensibile, ovvero quello dell’assenza di personale medico-sanitario anche in Germania, dove si sta fronteggiando la pandemia di coronavirus allo stesso modo che negli altri Paesi d’Europa e dove i problemi – sebbene mitigati da una gestione più risoluta – sono simili a quelli che si stanno manifestando in Francia, in Spagna o nella stessa Italia. Per questo Spahn ha messo sul tavolo l’ipotesi di medici positivi al lavoro per risolvere il problema della carenza di personale.
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Medici positivi al lavoro, la scelta della Germania
Ovviamente, secondo il ministro della Salute tedesco, i medici positivi dovranno andare in corsia soltanto se asintomatici e beneficiando di protezioni speciali. Al momento, tuttavia, questa soluzione sembra l’unica percorribile per quanto riguarda il reperimento in tempi molto brevi di personale altamente specializzato che possa aiutare i pazienti degli ospedali. Troppo rischioso, infatti, affidarsi a personale non adeguatamente formato, mentre i tempi sono troppo brevi (anche nell’organizzatissima Germania) per poter immettere nel mondo del lavoro altro personale medico-sanitario.
Medici positivi al lavoro, succede anche in Italia
La situazione, in Germania, è stata dunque formalizzata da una dichiarazione ufficiale del ministro della Salute. In Italia, stando ad alcune testimonianze raccolte, questa stessa situazione va avanti sin dalla prima ondata: anche medici positivi asintomatici hanno continuato a lavorare in corsia, per sopperire alla mancanza di personale che da sempre è un vulnus della sanità italiana.
In Lombardia, ad esempio, questo stato di fatto era stato messo nero su bianco dall’assessorato al Welfare, che chiedeva ai camici bianchi asintomatici di continuare a lavorare, sospendendo la propria attività soltanto in caso di sindromi respiratorie e in presenza di altri sintomi tipici dell’infezione da coronavirus e restando in isolamento nelle restanti parti della giornata.