Perché l’Italia potrebbe non utilizzare lo “scudo” Golden Power per Tim

L'offerta (non vincolante) presentata dal fondo americano KKR è stata discussa nel consiglio di amministrazione dell'azienda

22/11/2021 di Enzo Boldi

Un tempo era tutto nelle sue mani e gli effetti di questo monopolio sono ancora visibili nell’intero panorama delle infrastrutture in Italia. Per questo motivo il destino di Tim è molto importante, se non strategico, per il nostro Paese. Nella giornata di domenica abbiamo raccontato della manifestazione d’interesse che ha portato a un’offerta (una delle tante, ma sembra essere quella più imponente) per il 100% dell’azienda che sostiene il noto operatore telefonico italiano. Si tratta del fondo americano KKR che intende lanciare una OPA (Offerta Pubblica d’Acquisto) per acquisire tutte le azioni dell’azienda (quotata in Borsa). E ora il governo sembra non essere intenzionato a sfruttare quello scudo che risponde al nome di “Golden Power” per proteggere gli asset strategici del Paese.

LEGGI ANCHE > Cos’è questa storia del fondo americano KKR che vuole acquistare Tim

A spiegare la scelta dell’Esecutivo è stato il MEF (Ministero dell’Economia e delle Finanze) che in una nota ha esposto il suo punto di vista: «Il Governo prende atto dell’interesse per Tim manifestato da investitori istituzionali qualificati. L’interesse di questi investitori a fare investimenti in importanti aziende italiane è una notizia positiva per il Paese. Se questo dovesse concretizzarsi, sarà in primo luogo il mercato a valutare la solidità del progetto. Il Governo seguirà con attenzione gli sviluppi della manifestazione di interesse e valuterà attentamente, anche riguardo all’esercizio delle proprie prerogative, i progetti che interessino l’infrastruttura».

Tim, l’asset strategico senza lo scudo Golden Power

Non si fa mai riferimento allo “scudo” Golden Power che permette a ogni singolo Stato di intervenire su eventi “gestiti” dal mercato ed evitare “matrimoni” che potrebbero rappresentare una minaccia per gli asset strategici del Paese. La nota del MEF, infatti, prosegue spiegando la linea del governo che ha un compito ben preciso: «Assicurare che questi progetti siano compatibili con il rapido completamento della connessione con banda ultralarga, secondo quanto prefigurato nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, con gli investimenti necessari nello sviluppo dell’infrastruttura, e con la salvaguardia e la crescita dell’occupazione».

Niente Golden Power, almeno per il momento. L’esecutivo controllerà le dinamiche e gli obiettivi di questa transizione (che non è ancora in essere, visto che l’offerta presentata dal fondo KKR non è vincolante), ma ha mostrato grande interesse per via dei piani futuri e futuribili dell’asset Tim per quel che riguarda anche il percorso di digitalizzazione (che passa, inevitabilmente, anche dal principale operatore telefonico nazionale) attraverso un miglioramento delle infrastrutture (anche con i fondi del PNRR).

Perché Tim, oltre a esser stata inserita nell’elenco degli attori protagonisti (insieme a Leonardo, Sogei e Cassa Depositi e Prestiti) dello sviluppo del nuovo cloud per la Pubblica Amministrazione, ha un ruolo fondamentale anche per quel che riguarda le infrastrutture già esistenti. Lo sviluppo, per esempio, della fibra ottica è passato dall’azienda – il cui azionista di maggioranza è Vivendi – che per anni ha avuto il monopolio dell’intero apparato delle telecomunicazioni in Italia. Un’innovazione tecnologica passata per la diffusione di Internet ad alta velocità e della tecnologia 5G. Insomma, la pianta è ben radicata al suolo e questo rende Tim un’azienda strategica per il Paese. Ma il governo, per il momento, pensa che gli investitori stranieri (in questo caso KKR) potrebbero dare una mano in questa fase di transizione e per questo potrebbe non utilizzare i poteri speciali del Golden Power. Anche perché, occorre ricordarlo, l’azionista di maggioranza dell’azienda non è italiano, ma è rappresentato dai francesi di Vivendi che detengono il 23,75% delle azioni.

L’offerta presentata

Nelle prossime settimane, dunque, sarà valutata l’entità dell’offerta presentata da KKR e i piani futuri. Gli investimenti “promessi” dal fondo americano saranno oggetto di valutazione sia del cda di Tim che del governo. Per il momento si conosce solo l’offerta base presentata e discussa all’interno del consiglio d’amministrazione straordinario convocato domenica pomeriggio: si parla di o,50 euro (50 centesimi) ad azione. Insomma, un’OPA al 100%. Un prezzo sopra la valutazione attuale di Tim che venerdì scorso aveva un prezzo, ad azione, pari a 0,35 euro. Oggi però, dopo il cda e la notizia dell’offerta di KKR, la Borsa di Milano ha segnato un +27% per il titolo dell’azienda.

(foto ipp/giorgio rossi)

Share this article